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566 | Trento. |
nel fabricarsi la Chiesa stessa, caduto precipitosamente per i Dirupi nel fondo della Valle, non si fè male alcuno: ma del tutto illeso si ricondusse all’Opra.
[Arca di S. Romedio, come fatta.] Dietro l’Altar della Chiesa in Luogo recondito, come di Santuario sì venera l’Altar del Santo con l’Arca delle di lui Reliquie. L’Arca, che prima era di Legno, hora è di Stucco à macchie, come Marmo, e lavorio d’oro à mordente. Opera del Baron Guglielmo Francesco di Firmian, che insieme con la Baronessa Claudia sua Consorte l’offerirono in dono l’anno 1666. come risulta dall’Armi, & Inscrittione. L’Ossatura del Santo mostra, che fosse di Taglia molto alta, e di gran Corpo, e vi si conserva anche il di lui Bascaro, ò Arnese. [Grotta del Santo.] Sotto la Chiesa s’apre la Grotta del Santo Anacoreta con alcuni Tizzoni, che già più di 1200. anni, gli servirono, per far fuoco. Fuori della Chiesa all’intorno si camina per certi Poggi commodi, e sicuri: benche però non senza timor del piede, per i vicini precipitij, che mostra l’occhio.
[Festa e concorso à S. Romedio.] In S. Romedio ogni dì per il meno si dice Messa, mantenendosi à tal’effetto un Prete con titolo di Priore, qual’ in vero hà molto bella occasione di menarvi Solitaria vita, godendo in Està un’amabile frescura, e in tutto il tempo dell’anno un dolce horrore. Li 15. Genaro vi si fà Festa, e, non ostante i rigori del Verno, e delle Nevi, vi concorre gran Gente; e più ancora nelle Feste di Pentecoste, che v’è solennità. Altresì vi