Pagina:Turco - Canzone senza parole.djvu/152

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Ricordai il vestito scuro, il piccolo mantello, il cappello velato di bianco e la riconobbi subito: era Anna Jorio. Ci salutammo, io non senza turbamento, e mentre passava ebbi l’ardire di rivolgerle la parola:

— Buon giorno, signorina. Qual mirabile paesaggio !

Ella si volse con una certa fierezza nello sguardo, con una fiamma in viso e rallentando appena appena il passo, ripetè freddamente:

— Buon giorno.

Quella voce profonda e dolce aveva un lieve accento di rimprovero, ma io non mi trattenni dal domandarle:

— Le piace molto il mare, non è vero?

— Mi piace tanto che sebbene la mia amica non avesse tempo d’accompagnarmi ci sono venuta sola — ella mormorò come per giustificare quella sua passeggiata.

— La signorina non dimora a Venezia?

— Oh no.

— Una breve fermata allora?

— Brevissima... — ella concluse, chinando la desta e passando oltre.

Non so che cosa io provassi nell’anima. Nessuna donna vi aveva mai lasciato quell’impressione di sicurezza insieme e di soavità. Mi pareva che se avessi potuto prenderle una manina e farla sedere accanto a me sulla rena, in faccia al grande mare, se avessi potuto narrarle la storia della mia