Pagina:Turco - Canzone senza parole.djvu/361

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— A me non spetta il perdono, ma piuttosto la gratitudine....., la sua benevolenza, la sua amicizia mi saranno sempre preziose.....

La fanciulla rispondeva con un certo imbarazzo, studiando le parole, coll’intenzione palese di non voler capire. Intanto era uscita dall’ombra protettrice del frassino per avviarsi lentamente verso la strada.

Egli la seguì a capo chino. Aveva compreso ormai.

Più agitata di lui che nello sfogo della confessione s’era sentito riprendere da un’improvvisa calma, Manuela stava immobile, muta, smarrita, colle labbra tremule, colle mani strette intorno ai suoi fiori.

— Io sono venuto a turbarla!... — balbettò Rose con immensa tristezza.

— È vero, dottore. Sono turbata e anche sorpresa. C’è in tutto questo qualche cosa che mi addolora, che mi fa male.....

— Lo capisco — disse Rose, prevenendola generosamente. — Ella ha il cuore gentile e soffre di non potermi dare alcun verace conforto. Non è così?... Ma io lo sapevo, io lo presentivo — soggiunse egli con nobile alterezza — e pur non rimpiango d’aver piegato la mia fronte dinanzi a lei. Ho voluto ch’ella conoscesse il mio segreto, ch’ella penetrasse nella mia anima come nessuno vi penetrerà mai, ch’ella leggesse a fondo in questo grande, in questo infinito amore. Così qualche

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