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Pagina:Turco - La gentilezza dell'animo.djvu/7

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la gentilezza dell’animo 285

anch’essa; poichè se il silenzio in dati casi speciali diventa un’assoluta necessità, in altri non può rendersi che ipocrita. Ad un animo ben fatto ripugnano, al pari delle lodi non sincere, le dubbie reticenze; la vera cortesia non può renderci nè deboli nè servili, ma deve contenere in sè i dolci mezzi di mitigare le piccole crudezze che esige la geniale apertura di carattere dalla quale non va mai disgiunta.

Certuni hanno la consuetudine di mostrare disdegno o disprezzo per ciò che viene loro offerto o proposto: “Grazie, non prendo mai thè, è una bevanda che mi riesce proprio contraria!” “Grazie, non giuoco mai al volano, è un passatempo che ho in uggia.”

Manco male che fosse realmente così, ma qualche volta la poca gentilezza d’animo suggerisce quella piccola posa, eccita ad esagerare nel rifiuto la propria ripugnanza mentre, a meno ch’essa non sia insuperabile, chi sente il bisogno d’evitare agli altri ogni impressione spiacevole, dovrebbe esercitare la volontà per vincere se stesso.

Qualche volta accade che mentre. una persona ci mostra un oggetto, ad esempio un lavoro, un quadro, una pianta, o ci fa gli onori della sua casa e del suo giardino o fa pompa dei figliuoli, si ridesti inconsciamente in noi la memoria di altri oggetti consimili, di altri appartamenti, di altri fiori, di altri bimbi, forse superiori a quelli che siamo chiamati ad ammirare. Presi dalla manìa innata del confronto, senza che si voglia rilevarlo palesemente, noi non sappiamo trattenere sulle labbra l’espressione di quel ricordo e diciamo come a caso: “Ah se tu.vedessi le rose di casa A... conosci i B?... ma quel loro ultimo bambino è d’una robustezza!... Anche C.... dipinge, fa degli acquerelli meravigliosi!...” E non siamo cortesi.

Un mal vezzo molto diffuso, sotto il pretesto di mostrare affezione od interesse, è quello di ripetere alla persona che ne fu l’oggetto, una maldicenza raccolta a caso in società: chi fa questo, non ha mai conosciuto, neppure da lontano, che cosa sia la gentilezza d’animo.

V’hanno signore e fanciulle, che ricevendo più persone di differente condizione fra loro, non si schivano, anche quando ciò non è necessario, di tradire qual differenza facciano fra chi è illustre o altolocato e chi non gode di questi privilegi, alle volte contestabili, della sorte, onde succede che la visitatrice eletta, se non è presa da una stolta presunzione, ne soffre e deve studiarsi di eludere la preferenza accordatale.