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122 una famiglia di topi

duta vicino al lume, ricamava la cifra d’una dozzina di fazzoletti per la festa del babbo, che cadeva di lì a qualche giorno. A un tratto, si sentì tirare per il lembo della veste, si chinò, e raccolse Bellino.

— Come mai, Bellino, a quest’ora? Che vuoi? Hai sete, forse? — E presa la scodellina col latte, ch’era su la tavola, gli diede da bere. In quel mentre Moschino aprì un occhio e, vedendo bere Bellino, se ne sentì venir voglia anche lui. Scese dalla spalla della padroncina e, percorrendo tutta la lunghezza del braccio, arrivò su la tavola.

Bellino beveva da una parte, egli si mise dall’altra. Ma quello strullo di Bellino, che non avea più potuto vedere il fratello daccosto, dopo che l’avevano raso, e che s’aspettava chi sa quale spettacolo, non seppe tenersi dall’andargli vicino e dall’annusarlo curiosamente, specie tra que’ solchettini dove il pelo non era ancora spuntato.