Pagina:Una famiglia di topi.djvu/132

Da Wikisource.

capitolo settimo. 123


Moschino, imbizzarrito, lo cacciò via con una zampata; ma Bellino che aveva la testa dura come un macigno, tornò daccapo: e non si contentò di fiutare, ma cominciò anche a mordere, sebbene per chiasso, il fratello. La disgrazia volle che un di que’ morsi andasse proprio a cadere sopra una bolla ancora aperta: Moschino diè un grido, s’avventò come una furia su Bellino, se lo cacciò sotto, e a morsi e a zampate l’avrebbe finito, se la Rita non gliel’avesse levato di mano.

Bellino, ancora tutto tremante, andò di corsa a cacciarsi nel letto, per paura di peggio; quanto a Moschino, dopo aver cercato a torno per un altro po’, risali su le ginocchia e su la spalla di Rita, s’addormentò, e sognò che il conte, per punirlo d’aver maltrattato il fratello, lo metteva a pane e acqua.

Ma il giorno seguente, in casa Sernici, si dovè pensare a altro, che alle monellerie di Moschino.