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capitolo settimo. | 131 |
Stese la coda in acqua, e come un remo
Se la traea, credendosi all’estremo.
«Povero me!» diceva «oh che stradaccia!
Quando s’arriva? Chi l’avesse detto!...»
In quella, ecco, un serpente alto due braccia
Si rizza fuor, terribile all’aspetto.
A quella vista il ranocchio si tuffa,
E il topo resta solo nella zuffa.
Piange, trafela, si dibatte, e prova
Di stare a galla; ma gli è tempo perso.