Pagina:Una famiglia di topi.djvu/172

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capitolo ottavo. 163

che la famiglia dei sorci era tutta riunita a tavola, la Caciotta si guardava intorno dubbiosa, inquieta, e diceva piano qualcosa all’orecchio di Ragù. Moschino e Bellino non s’avvedevano di nulla: l’uno badava a scegliere, da quel ghiottone che era, tutto quanto trovava di meglio a portata de’ suoi dentini; l’altro, nella sua beata stupidaggine, non capiva come si desina di mala voglia, se manca uno della famiglia.

Un giorno che la Caciotta e la Rita si mostravano, ciascuna per conto suo, più afflitte del solito, Dodò prese una risoluzione seria e coraggiosa, veramente degna di lui.

― Appena mi lasciano solo disse fra sè ― mi metto io a caccia di quella vagabonda di mia sorella; e le faccio tale una ramanzina, da levarle per sempre il ruzzo di dar dispiaceri a chi le vuol bene. ―

Detto fatto, mentre tutti lo credevano quietamente, profondamente addormentato negli