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164 una famiglia di topi

scaffali della libreria, Dodò scese bel bello sul tappeto e cominciò a perlustrare da per tutto. Sollevandosi su le zampine guardava fra le pieghe d’ogni tappezzeria, sotto il sedile delle poltrone e il piede dei torcieri, dietro la scansia della musica, dietro i paraventi giapponesi.... Nulla!

Nella sala da pranzo erano certi antichi armadi normanni di legno scolpito, dove i Sernici tenevano i servizi di porcellana. Dodò entrò in quegli armadi, per gli sportelli rimasti socchiusi, e con ogni cautela, senza romper niente, frugacchiò tra le pile dei piatti e una pila di vassoi, tra le fruttiere e l’insalatiera; la Lilia non c’era. Pensò allora alla guardaroba, e vi corse.

— Che vuoi, professore? — domandò sorridendo la Letizia, che stava in quella stanza a stirare delle camicie.

Dodò finse di non vederla neanche, e continuò con ogni diligenza l’ispezione.