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182 una famiglia di topi

tutto, pensava intanto: — Quando uno è bestia, è bestia.

— Oh, guardino! guardino! — gridò la Letizia, additando verso il posto di prima.

Per terra, ma un po’ più vicino, il sorcetto bigio fiutava in aria col naso mobile in torno al quale s’apriva la raggiera dei baffi. Un istante si rizzò su le zampine, come se avesse tese le piccole braccia a farsi pigliar su.

— Mimmì, Mimmì, Mimmì! — chiamava la Rita con una voce da uccellino, per non ispaventare le bestiola; e chetamente gli andò accosto.

Il topo tremava visibilmente; ma non si moveva, come incantato.

La Rita allungò la mano, e lo prese.

Rosicalegno, per un suo istinto selvaggio, si voleva divincolare; ma la fanciulla si mise a baciarlo su la testina e a grattarlo sul collo.

― Mammà! mammà! — diceva in tanto —