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adornato d’un nastrino scarlatto, in segno di gioia.

Tutti i bambini s’affollarono intorno alla tavola dei topi, gridando: ― Viva gli sposi! ― un grido che mise una paura birbona in corpo a Bellino.

Chi carezzava la Lilia; chi ammirava la grossezza di Dodò, chi il musino furbacchiolo di Moschino. Anche Mimmì, che nel suo genere era un bel topo, fu giudicato assai grazioso con quella collana rossa, che spiccava sul suo pelo nero. E nè pure alla Caciotta, a Ragù e a Bellino mancarono gli elogi e i baci.

Vittorio pensava alla sua povera Ninì. Oh, se ci fosse stata anche lei a quella bella festa!

Poco dopo cominciò la cena.

Prima degli altri furon serviti i sorcetti. Non ci mancava altro, che gli sposi non avessero avuta la precedenza! Nelle piccole coppe fu loro versato del vino di Marsala; su’ vas-