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68 una famiglia di topi

per l’affetto di quel topino, e ne lo ricompensava con qualche chicca o con qualche biscotto che aveva sempre in tasca per lui.

Un’altra buona qualità di Dodò era l’amore dell’ordine e della pulizia.

La sera, quando tutta la famiglia Sernici si trovava a pranzo, anche ai topi era permesso di venir su la tavola, a patto che non imbrattassero la tovaglia, trascinando i cibi fuori del vassoio. Dodò aveva imparato; e non c’era caso che si facesse dar su la voce: appoggiava le sue brave zampine su l’orlo del piatto, e mangiava piano, gustando bene ogni cosa, proprio col fare d’una persona a modo: a segno che persino Ragù e la Caciotta guardavano il loro figliuolo con grande ammirazione, come s’ei fosse il figliuolo d’un principe.

Ma gli altri topini, particolarmente quello zuccone di Bellino, qualche volta per ingordigia trascuravano le regole della buona educazione; e, non ostante i rabbuffi e le tirate