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70 una famiglia di topi


Forse un solo vizio aveva Dodò; ma glielo perdonavano in grazia della sua molta saggezza e del molto grasso che gli era venuto, da farlo parere un padre guardiano. Era un po’ pigro, e amava i comodi e il benestare: oh quello sì! Specialmente dopo che una volta, per fare un salto da una sedia su la tavola da pranzo, era ruzzolato per terra e s’era mezzo slogata una gamba, non c’era più verso di farlo muovere altro che su’ tappeti.

Ora, quando voleva scender di tavola, s’accostava al padrone e si levava su le zampine e lo spingeva con tutto il corpo come per dirgli: — Andiamo, via! — E siccome il conte, dopo pranzo, si spassava a fare un solitario con le carte da giuoco, Dodò, che aveva sonno, ne pensò un’altra. Quando le carte erano tutte disposte in tre o quattro file, e il conte calcolava la riuscita del giuoco, Dodò s’accostava piano, prendeva una carta tra’ denti e l’andava a riporre nel piatto. Le carte resta-