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solita libreria, dietro una bella fila di libri rilegati; quando gli parve d’udir delle voci. Tende gli orecchi; la Letizia diceva:

— S’accomodi! passi! vado ad avvisare il padrone.

― Bene, bene! — rispondeva una voce burbera.

Dodò fiutò l’aria: quell’odore non gli era nuovo. Appoggiò le mani a un libro, sporse il musetto: — Ah pezzo di brigante! l’aveva riconosciuto. — Era uno che un’altra volta, essendo venuto in casa, visto Moschino sur una sedia, gli aveva gridato: — Va’ via, brutta bestiaccia! — e aveva afferrato il bastone. Ma sì! Moschino con le sue gambe da grillo, in tre salti era scappato sotto un armadio, di dove non lo avrebbe snidato neppure il diavolo.

Stava giusto pensando a codesto, quando gli parve di sentire uno stropiccio su’ libri, dall’altra parte; si mette in ascolto, annusa l’aria: — è lui, è lui che vuol rubare — pen-