Pagina:Una sfida al Polo.djvu/101

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la caccia all’automobile 95


— Potrei invece dire che è il giornalismo, specialmente quello americano, che finirà per farle scomparire.

— Non si adoperano più i cenci per fabbricare la carta, ora?

— Certo, anche quelli, ma a che cosa basterebbero? Tutti gli stracci raccolti nel mondo non potrebbero bastare nemmeno alla decima parte del consumo attuale della carta.

Sono i nostri vicini degli Stati dell’Unione che hanno decretata la distruzione dell’abete bianco, dell’abete rosso e del pioppo, i quali sono i più indicati per ottenere una buona carta adatta alla stampa a buon prezzo.

In questi ultimi venticinque anni le dimensioni dei giornali americani si sono raddoppiate ed il solo aumento nel numero di pagine rappresenta la distruzione annua di una foresta lunga venti chilometri e larga dieci.

— Fulmini di Giove!... — esclamò Walter.

— Questo immenso sviluppo del giornalismo americano va attribuito al basso prezzo della carta, all’introduzione delle macchine ed allo sviluppo enorme della réclame per mezzo dei giornali.

Oggidì funzionano, nelle sole tipografie dei giornali dell’Unione, oltre seimila macchine per comporre ed ognuna di esse fa in media il lavoro di tre operai.

I più importanti periodici domenicali della sola città di New-York hanno quasi tutti sessanta pagine ciascuno e ogni copia rappresenta la quantità di carta necessaria per un libro in ottavo di 480 pagine, e tuttociò per soli venticinque centesimi.

Se fate il calcolo vedrete che ogni domenica negli Stati dell’Unione escono 456 edizioni su tanta carta quanta ne basterebbe per sei milioni di volumi in ottavo di 500 pagine ciascuno.