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182 | capitolo xiv. |
— E questo non è ancora nulla, — rispose il canadese — Non abbiamo che 30° sotto, una vera inezia.
— Volete spaventarmi, signor Gastone?
— No, prepararvi.
— A sfidare....
— Una cinquantina di gradi.
— Mi sento gelare di già.
— Eppure gli esploratori polari che a migliaia e migliaia si sono avventurati fra le alte latitudini, li hanno sopportati.
— Erano di ferro quelli.
— Lo diventeremo anche noi, Walter, — rispose il canadese, ridendo. — Toh!... Ecco che ricomincia a nevicare.
La bianca dama ci accompagnerà certamente fino al Polo, se riusciremo a giungervi.
— Ne dubitereste?
— Mah!...
— Badate che lassù splendono i begli occhi di miss Ellen. —
Una nube passò sulla fronte del canadese e le sue labbra si contrassero ad un sorriso ironico.
— Credo, — disse poi, con voce un po’ sorda, — che gli occhi della miss abbiano ben poco a che fare col Polo ormai.
Ora non si tratta più che dell’onore della bandiera: il Canadà o gli Stati dell’Unione? Spero di far impallidire le stelle di mister Torpon sotto i colori della vecchia Francia.
— Non sotto il rosso infuocato dei miei compatriotti?
— No, Walter, — rispose con voce grave il signor di Montcalm. — I vecchi canadesi sono rimasti francesi.
Dik.... rallentate! La pianura diventa cattiva. —
Ed infatti la immensa pianura che costeggiava la baia dalla parte di ponente, cominciava a diventare pessima.
Le grandi raffiche che avevano soffiato nei giorni precedenti sul mare interno, avevano accumulata la neve in ammassi