Pagina:Vannicola - De profundis clamavi ad te, 1905.djvu/101

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È la morte ch’essi avevan bevuto nel dolce bere d’amore.

È la morte che consacra solennemente il coniugio di Tristano e Isotta.



Così, sempre, nell’opera di Riccardo Wagner, una fatalità terribile, irresistibile, infrangibile, opprime l’impeto dell’anima sognante.

Quel che cercano i suoi eroi invanamente è l’Ideale come fine a sè stesso.

E l’Ideale è un sogno, e per vivere del sogno bisogna trascendere il limite della vita, oltre il Dolore, oltre l’Angoscia, oltre il Languore, oltre la Ricerca.

E Wagner si spinge alle estreme conseguenze, fino a dipingere l’incendio del Walhalla e la caduta degli Dei.