Pagina:Vannicola - De profundis clamavi ad te, 1905.djvu/104

Da Wikisource.

universo composto lentamente d’espansione e d’ascensione.

Nei fantasmi di quelle musiche d’imperitura bellezza io avevo imparata a sentire una stessa traccia meravigliosa, il respiro d’una grande anima sotto le apparenze varie, il grido terribile d’una sola voce che gridava dai luoghi profondi, dal più profondo dell’abisso:

De profundis clamavi ad te.

I fantasmi di quelle musiche d’imperitura bellezza erano in me, respiravano, tremavano, cantavano, ardevano, gemevano, piangevano entro di me, in una meravigliosa alleanza, quasi che essi escissero dalle profondità della mia anima stessa per impadronirsi di me, e possedermi, e fondermi in un sol fermento di ritmi, di ansietà, di delirii, di voli.

I fantasmi di quelle musiche d’imperitura bellezza erano, entro di me, come una materia infiammata che tende alla sua forma cristallina.

Erano come sillabe magnifiche e disordinate aspettanti un pensiero; note senza unione e senza ordine, imploranti il segno dello stile che le farà divenire Melodia.