Pagina:Vannicola - De profundis clamavi ad te, 1905.djvu/18

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Due inestimabili virtù ha la vita, suscettibili di strapparci alla realità, di elevarci e di esaltarci di là delle sensazioni puramente fisiche della vita materiale, fino alla contemplazione della vita ideale, fino al sentimento assoluto, integrale di cui noi stessi non siamo che manifestazioni passeggere.

Due virtù inestimabili, capaci di farci sentire la nostra unione sostanziale con l’universo, l’unità dell’Essere, l’identità della sostanza vitale.

Ed esse sono l’Ebrietà ed il Sonno, simboli di quelle due beatrici forme di sollevazione spirituale che gli uomini han chiamate con i divini nomi d’Arte e di Religione, sponde fiorite per ove la nostra anima può escire dalla tenebria ingombrante dell’Io e scorrere liberamente verso siderali mari, bianchi di sole, arsi di sole, accecanti di sole, dove spazia l’ala frenetica del Genio e pulsa il gran cuore di Dio.

Il Sonno e l’Ebrietà sono l’ombra e la luce d’un altro mondo, l’ombra e la luce della Volontà nella vita universale, l’ombra e la luce