Pagina:Vannicola - De profundis clamavi ad te, 1905.djvu/20

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Pare allora che l’anima entri per la prima volta nella gioia d’una relazione non più mediata con l’anima universale.

Pare allora che la porta di questa nostra pesante individualità umana si apra d’improvviso come per un colpo di vento, e che la Primavera entri e sorrida nell’anima nostra coi suoi mille profumi e i tiepidi effluvii, per la prima volta.

E l’orizzonte appare allora largo, profondo, lontano, specioso, irradiato da tutte le fiamme del sole.

Sollevate sull’ombra e sulla luce, come sulle due ali di un’aquila, la Religione e l’Arte son passate nel tempo e nello spazio, hanno traversato, hanno distrutto il tempo e lo spazio.

Il velo di Maya è stato lacerato dalla potenza imponderabile, dal vapore d’incensi, come una nube squarciata dalla folgore.

E tutto allora è puro ai nostri occhi puri. Il nostro sguardo penetrando allora negli abissi vi scorge l’imagine delle cose che vivono sulle alte cime.