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Il dolore è come il sinonimo del nome di Beethoven.
Il dolore ch’egli esprime e il nome che esprime la sua individualità sono inseparabili.
Il dolore beethoveniano è d’una solennità smisurata: una profusione di lagrime che somiglia all’oceano: il mare e il cielo si toccano all’orizzonte senza confondersi.
Come l’oceano il dolore beethoveniano riempie gli sguardi senza stancarsi e sfugge alla monotonia per la sua stessa grandiosità.
L’oceano e il dolore beethoveniano hanno il segreto di ringiovanire come le ali dell’aquila, e la loro rinnovata giovinezza nasce dalla loro stessa profondità, inebriata di sali e di profumi marini.
Quel che nasce dal dolore beethoveniano è l’inno alla gioia della IX sinfonia.