Pagina:Vannicola - De profundis clamavi ad te, 1905.djvu/48

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umana, circuito da capo da tutti gli abissi del Dubbio. E l’amara vanità delle vanità batte allora la sua funebre marcia in quel vivo tempio d’intelligenza, sotto le cui volte tanti vivi raggi di lume s’erano diffusi a irradiare l’evolversi di gloria. E l’uomo – Eroe che sempre muore e sempre risorge, che striscia come il verme e si solleva come l’aquila – l’uomo torna a vedere la sua salma, disperato e solo, palpandosi lo scheletro a traverso la morbida turgidezza delle carni giovani: Qui è l’uomo! Qui è il dolore!...



Questo perenne e terribile moto di desideri continuamente scavato nella ferita sempre sanguinante dell’anima umana, ottusa dall’urto dell’antica caduta e fremente come rettile che alza e vibra la sottilissima fiamma della sua lingua alla minima impressione d’un