Pagina:Vannicola - De profundis clamavi ad te, 1905.djvu/83

Da Wikisource.

unico scopo è quello di conservarsi, di svilupparsi, di difendersi contro le forze avverse.

Questa volontà si traduce in Wotan in una insaziabile brama di dominazione, in un orgoglio egoista che è come la colpa originale donde escono tutte le sventure umane.

Prima che Alberico abbia rubato l’oro fatale del Reno alle Nisse ridenti, Wotan ha già concluso con i Giganti il trattato sacrilego del cambio di Freia, la dolce dispensiera dell’eterna giovinezza: all’amore egli ha preferito il potere.

Così la volontà creatrice è viziata nel suo intimo: l’istinto naturale ha dato luogo alla convenzione interessata.

Ed ecco che Wotan, aiutato da Loge, s’impadronisce vilmente dell’anello magico a cui dei Runici attribuiscono la dominazione del mondo, e abbandona Freia. La sua sete di potenza è così ardente, così inestinguibile, che per assicurarsi degli appoggi e dei difensori Wotan s’inebria di foga creatrice. Ma questi nuovi esseri: Sigmundo, Siglinda, le Walkirie non sono che dei riflessi di lui stesso, è