Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/455

Da Wikisource.

la Merceria. Dopo la quale opera fece un quadro grande di figure simili al vivo, che oggi è nella sala di Messer Andrea Loredano, che sta da San Marcuola; nel qual quadro è dipinta la Nostra Donna che va in Egitto, in mezzo a una gran boscaglia e certi paesi molto ben fatti, per aver dato Tiziano molti mesi opera a fare simili cose, e tenuto perciò in casa alcuni tedeschi eccellenti pittori di paesi e verzure. Similmente nel bosco di detto quadro fece molti animali, i quali ritrasse dal vivo e sono veramente naturali e quasi vivi; dopo, in casa di Messer Giovanni d’Anna gentiluomo e mercante fiamingo suo compare, fece il suo ritratto, che par vivo, et un quadro di Ecce Homo, con molte figure che da Tiziano stesso e da altri è tenuto molto bell’opera. Il medesimo fece un quadro di Nostra Donna, con altre figure come il naturale d’uomini e putti, tutti ritratti dal vivo e da persone di quella casa. L’anno poi 1507 mentre Massimiliano imperadore faceva guerra ai Viniziani, fece Tiziano, secondo che egli stesso racconta, un angelo Raffaello, Tobia et un cane nella chiesa di San Marziliano, con un paese lontano, dove in un boschetto San Giovanni Batista ginocchioni sta orando verso il cielo, donde viene uno splendore che lo illumina. E questa opera si pensa che facesse innanzi che desse principio alla facciata del Fondaco de’ Tedeschi; nella quale facciata non sapendo molti gentiluomini che Giorgione non vi lavorasse più, né che la facesse Tiziano, il quale ne aveva scoperto una parte, scontrandosi in Giorgione, come amici si rallegravano seco, dicendo che si portava meglio nella facciata di verso la Merceria, che non avea fatto in quella che è sopra il canal grande. Della qual cosa sentiva tanto sdegno Giorgione, che infino che non ebbe finita Tiziano l’opera del tutto e che non fu notissimo che esso Tiziano aveva fatta quella parte, non si lasciò molto vedere, e da indi in poi non volle che mai più Tiziano praticasse o fusse amico suo. L’anno appresso 1508 mandò fuori Tiziano in istampa di legno il trionfo della Fede, con una infinità di figure, i primi parenti, i Patriarchi, i Profeti, le Sibille, gl’innocenti, i martiri, gl’Apostoli e Gesù Cristo in sul trionfo, portato dai quattro Evangelisti e dai quattro dottori, con i Santi confessori dietro. Nella quale opera mostrò Tiziano fierezza, bella maniera e sapere tirare via di pratica; e mi ricordo, che fra’ Bastiano del Piombo, ragionando di ciò, mi disse che se Tiziano in quel tempo fusse stato a Roma et avesse veduto le cose di Michelagnolo, quelle di Raffaello e le statue antiche, et avesse studiato il disegno, arebbe fatto cose stupendissime, vedendosi la bella pratica che aveva di colorire, e che meritava il vanto d’essere a’ tempi nostri il più bello e maggiore imitatore della natura nelle cose de’ colori; ché egli arebbe nel fondamento del gran disegno aggiunto all’Urbinate et al Buonarruoto. Dopo condottosi Tiziano a Vicenza, dipinse a fresco sotto la loggetta dove si tiene ragione all’udienza publica, il giudizio di Salamone, che fu bell’opera; appresso tornato a Vinezia dipinse la facciata de’ Grimani, et in Padoa nella chiesa di Santo Antonio alcune storie, pure a fresco, de’ fatti di quel Santo. Et