Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/457

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altre pitture di detto camerino, affermano i nostri migliori artefici che sono le migliori e meglio condotte che abbia mai fatto Tiziano, e nel vero sono rarissime, onde meritò essere liberalissimamente riconosciuto e premiato da quel signore, il quale ritrasse ottimamente con un braccio sopra un gran pezzo d’artiglieria. Similmente ritrasse la signora Laura, che fu poi moglie di quel Duca, che è opera stupenda. E di vero hanno gran forza i doni in coloro che s’affaticano per la virtù, quando sono sollevati dalle liberalità de’ principi. Fece in quel tempo Tiziano amicizia con il divino Messer Lodovico Ariosto, e fu da lui conosciuto per eccellentissimo pittore, e celebrato nel suo Orlando Furioso:

...Tizian, che onora non men Cador che quei Venezia e Urbino.

Tornato poi Tiziano a Vinezia, fece per lo suocero di Giovanni da Castel Bolognese, in una tela a olio un pastore ignudo et una forese che gli porge certi flauti perché suoni, con un bellissimo paese; il qual quadro è oggi in Faenza in casa il su detto Giovanni. Fece appresso nella chiesa de’ frati minori, chiamata la Ca’ grande, all’altar maggiore in una tavola la Nostra Donna che va in cielo et i dodici Apostoli a basso, che stanno a vederla salire; ma quest’opera, per essere stata fatta in tela e forse mal custodita, si vede poco. Nella medesima chiesa alla cappella di quelli da Ca’ Pesari, fece in una tavola la Madonna col Figliuolo in braccio, un San Piero et un San Giorgio et attorno i padroni ginocchioni, ritratti di naturale, in fra i quali è il vescovo di Baffo et il fratello, allora tornati dalla vittoria che ebbe detto vescovo contra i Turchi. Alla chiesetta di San Niccolò nel medesimo convento, fece in una tavola San Niccolò, San Francesco, Santa Caterina e San Sebastiano ignudo, ritratto dal vivo e senza artificio niuno che si veggia essere stato usato in ritrovare la bellezza delle gambe e del torso, non vi essendo altro che quanto vide nel naturale, di maniera che tutto pare stampato dal vivo, così è carnoso e proprio, ma con tutto ciò è tenuto bello come è anco molto vaga una Nostra Donna col Putto in collo, la quale guardano tutte le dette figure. L’opera della quale tavola fu dallo stesso Tiziano disegnata in legno e poi da altri intagliata e stampata. Per la chiesa di Santo Rocco fece dopo le dette opere, in un quadro, Cristo con la croce in spalla e con una corda al collo tirata da un ebreo, la qual figura, che hanno molti creduta sia di mano di Giorgione, è oggi la maggior divozione di Vinezia, et ha avuto di limosine più scudi che non hanno in tutta la loro vita guadagnato Tiziano e Giorgione. Dopo essendo chiamato a Roma dal Bembo, che allora era secretario di papa Leone X et il quale aveva già ritratto, acciò che vedesse Roma, Raffaello da Urbino et altri, andò tanto menando Tiziano la cosa d’oggi in domani, che morto Leone e Raffaello l’anno 1520, non v’andò altrimenti. Fece per la chiesa di Santa Maria Maggiore in un quadro un San Giovanni Batista nel deserto fra certi sassi, un Angelo che par vivo et un pezzetto di paese lontano, con alcuni alberi sopra la riva d’un fiume molto graziosi. Ritrasse di naturale il principe Grimani et il Loredano, che furono tenuti mirabili, e non molto dopo il re Francesco, quando partì d’Italia per tornare in Francia, e l’anno che fu creato doge Andrea Gritti fece