Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/478

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ornamenti che ha nella entrata della porta principale, che rendono e maestà e grandezza, mostrando la virtù del Sansovino; il qual modo di fare fu cagione che in quella città, nella quale infino allora non era entrato mai modo se non di fare le case et i palazzi loro con un medesimo ordine, seguitando sempre ciascuno le medesime cose con la medesima misura et usanza vecchia, senza variare secondo il sito che si truovavano o secondo la comodità, fu cagione dico, che si cominciassero a fabricare con nuovi disegni e migliore ordine le cose publiche e le private. Et il primo palazzo che facesse fu quello di Messer Giorgio Cornaro, cosa bellissima e fatta con comodi et ornamenti condecenti, di spesa di scudi settantamila. Da che mosso un altro gentiluomo da Ca’ Delfino, ne fece fare al Sansovino un altro minore con spesa di trentamila scudi, lodatissimo e bellissimo. E dopo fece quello del Moro con spesa di ventimila scudi, che fu similmente molto lodato, et appresso molti altri di minore spesa nella città e nel contado. In tanto che si può dire quella magnifica città oggi per quantità e qualità di sontuosi e bene intesi edifizii risplendere et essere in questa parte quello ch’ell’è per ingegno, industria e virtù di Iacopo Sansovino, che per ciò merita grandissima laude. Essendo con queste opere è stato cagione che i gentiluomini viniziani hanno condotta l’architettura moderna nella loro città, perciò che non solo vi si è fatto quello che è passato per le sue mani, ma molte, anzi infinite altre cose, che sono state condotte da altri maestri che là sono andati ad abitare et hannovi magnifiche cose operato. Fece ancora Iacopo la fabrica della loggia della piazza di San Marco d’ordine corinto, che è a’ piedi del campanile di detto San Marco, con ornamento ricchissimo di colonne e quattro nicchie, nelle quali sono quattro figure grandi quanto il naturale, di bronzo e di somma bellezza. E fa quest’opera quasi una bellissima basa al detto campanile, il quale è largo da piè una delle faccie piedi trentacinque, che tanto incirca è l’ornamento del Sansovino, et alto da terra fino alla cornice dove sono le finestre delle campane piedi centosessanta, dal piano di detta cornice fin all’altra di sopra dove è il corridore sono piedi venticinque, e l’altro dado di sopra è alto piedi ventotto e mezzo; e da questo piano dal corridore fino alla piramide, pigna, o punta che se la chiamino, sono piedi sessanta; in cima della quale punta il quadricello sopra il quale posa l’Angiolo è alto piedi sei; et il detto Angiolo che gira è alto dieci piedi, di maniera che tutta l’altezza viene ad essere piedi duecentonovantadue. Diede ancora il disegno e condusse per la scuola, o vero Fraternita e Compagnia della Misericordia, la fabrica di quel luogo grandissima e di spesa di centocinquantamila scudi. Rifece la chiesa di San Francesco della Vigna, dove stanno i frati de’ Zoccoli, opera grandissima e d’importanza. Né per questo, mentre che ha atteso a tante fabriche, ha mai restato che per suo diletto non abbia fatto giornalmente opere grandissime e belle di scultura, di marmo e di bronzo. Sopra la pila dell’acqua santa ne’ frati della Ca’ Grande è di sua mano una statua fatta di marmo per un San Giovanni Batista, molto bella e lodatissima. A Padova alla cappella del Santo è una storia grande di marmo, di mano del medesimo, di figure di mezzo rilievo bellissime d’un miracolo di Santo Antonio di Padova, la quale