Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/511

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quel signore e d’una figliuola di Matteo Sofferoni, che fu veramente bellissima e molto lodata pittura. Lavorò anche all’Imperiale, villa del detto Duca, alcune figure a olio ne’ peducci d’una volta, e più n’averebbe fatto, se da Iacopo Puntormo suo maestro non fusse stato richiamato a Firenze perché gl’aiutasse a finire la sala del Poggio a Caiano. Et arrivato in Firenze, fece quasi per passatempo a Messer Giovanni de Statis, auditore del duca Alessandro, un quadretto di Nostra Donna, che fu opera lodatissima, e poco dopo a monsignor Giovio, amico suo, il ritratto d’Andrea Doria, et a Bartolomeo Bettini, per empiere alcune lunette d’una sua camera, il ritratto di Dante, Petrarca e Boccaccio, figure dal mezzo in su bellissime. I quali quadri finiti, ritrasse Bonacorso Pinadori, Ugolino Martelli, Messer Lorenzo Lenzi oggi vescovo di Fermo, e Pierantonio Bandini e la moglie con tanti altri, che lunga opera sarebbe voler di tutti fare menzione. Basta che tutti furono naturalissimi, fatti con incredibile diligenza e di maniera finiti, che più non si può disiderare. A Bartolomeo Panciatichi fece due quadri grandi di Nostre Donne con altre figure, belli a maraviglia e condotti con infinita diligenza, et oltre ciò i ritratti di lui e della moglie, tanto naturali che paiono vivi veramente e che non manchi loro se non lo spirito. Al medesimo ha fatto in un quadro un Cristo crucifisso, che è condotto con molto studio e fatica, onde ben si conosce che lo ritrasse da un vero corpo morto confitto in croce, cotanto è in tutte le sue parti di somma perfezzione e bontà. Per Matteo Strozzi fece alla sua villa di San Casciano, in un tabernacolo a fresco, una Pietà con alcuni Angeli, che fu opera bellissima. A Filippo d’Averardo Salviati fece in un quadrotto una Natività di Cristo in figure piccole tanto bella, che non ha pari, come sa ognuno, essendo oggi la detta opera in stampa. Et a maestro Francesco Montevarchi, fisico eccellentissimo, fece un bellissimo quadro di Nostra Donna et alcuni altri quadretti piccoli molto graziosi. Al Puntormo suo maestro aiutò a fare, come si disse di sopra, l’opera di Careggi, dove condusse di sua mano ne’ peducci delle volte cinque figure: la Fortuna, la Fama, la Pace, la Iustizia e la Prudenza, con alcuni putti fatti ottimamente. Morto poi il duca Alessandro e creato Cosimo, aiutò Bronzino al medesimo Puntormo nell’opera della loggia di Castello. E nelle nozze dell’illustrissima donna Leonora di Tolledo, moglie già del duca Cosimo, fece due storie di chiaro scuro nel cortile di casa Medici, e nel basamento che reggeva il cavallo del Tribolo, come si disse, alcune storie finte di bronzo de’ fatti del signor Giovanni de’ Medici, che tutte furon le migliori pitture che fussero fatte in quell’apparato. Là dove il Duca, conosciuta la virtù di quest’uomo, gli fece metter mano a fare nel suo ducal palazzo una cappella non molto grande per la detta signora Duchessa, donna nel vero, fra quante furono mai, valorosa, e per infiniti meriti, degna d’eterna lode. Nella qual cappella fece il Bronzino nella volta un partimento, con putti bellissimi e quattro figure, ciascuna delle quali volta i piedi alle facce, San Francesco, San Ieronimo, San Michelagnolo e San Giovanni, condotte tutte con diligenzia et amore grandissimo. E nell’altre tre facce (due delle quali sono rotte dalla porta e dalla finestra) fece tre storie di Moisè, cioè una per faccia. Dove è la