Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/512

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porta fece la storia delle bisce, o vero serpi, che piovono sopra il popolo, con molte belle considerazioni di figure morse, che parte muoiono, parte sono morte, et alcune guardando nel serpente di bronzo guariscono. Nell’altra, cioè nella faccia della finestra, è la pioggia della manna, e nell’altra faccia intera quando passa il Mare Rosso e la sommersione di Faraone, la quale storia è stata stampata in Anversa; et insomma questa opera, per cosa lavorata in fresco, non ha pari et è condotta con tutto quella diligenza e studio che si poté maggiore. Nella tavola di questa cappella, fatta a olio, che fu posta sopra l’altare, era Cristo deposto di croce in grembo alla madre; ma ne fu levata dal duca Cosimo per mandarla, come cosa rarissima, a donare a Gran Vela, maggiore uomo che già fusse appresso Carlo Quinto imperadore. In luogo della qual tavola ne ha fatto una simile il medesimo e postala sopra l’altare in mezzo a due quadri non manco belli che la tavola, dentro i quali sono l’angelo Gabriello e la Vergine da lui annunziata. Ma in cambio di questi, quando ne fu levata la prima tavola, erano un San Giovanni Batista et un San Cosimo, che furono messi in guardaroba quando la signora Duchessa, mutato pensiero, fece fare questi altri due. Il signor Duca, veduta in queste et altre opere l’eccellenza di questo pittore, e particolarmente che era suo proprio ritrarre dal naturale quanto con più diligenzia si può imaginare, fece ritrarre sé, che allora era giovane, armato tutto d’arme bianche e con una mano sopra l’elmo, in un altro quadro la signora Duchessa sua consorte, et in un altro quadro il signor don Francesco loro figliuolo e prencipe di Fiorenza. E non andò molto che ritrasse, sì come piacque a lei, un’altra volta la detta signora Duchessa, in vario modo dal primo, col signor don Giovanni suo figliuolo appresso. Ritrasse anche la Bia fanciulletta e figliuola naturale del Duca; e dopo, alcuni di nuovo et altri la seconda volta, tutti i figliuoli del Duca, la signora donna Maria, grandissima fanciulla, bellissima veramente, il prencipe don Francesco, il signor don Giovanni, don Garzia e don Arnaldo in più quadri, che tutti sono in guardaroba di sua eccellenzia insieme con ritratto di don Francesco di Tolledo, della signora Maria madre del Duca e d’Ercole Secondo duca di Ferrara con altri molti. Fece anco in palazzo quasi ne’ medesimi tempi, due anni alla fila per carnovale, due scene e prospettive per comedie, che furono tenute bellissime. Fece un quadro di singolare bellezza, che fu mandato in Francia al re Francesco, dentro al quale era una Venere ignuda con Cupido che la baciava, et il Piacere da un lato et il Giuoco con altri amori, e dall’altro la Fraude, la Gelosia et altre passioni d’amore. Avendo fatto il signor Duca cominciare dal Puntormo i cartoni de’ panni d’arazzo di seta e d’oro per la sala del Consiglio de’ Dugento, e fattone fare due delle storie di Ioseffo ebreo dal detto et uno al Salviati, diede ordine che il Bronzino facessi il resto. Onde ne condusse quattordici pezzi di quella perfezzione e bontà che sa chiunque gli ha veduti. Ma perché questa era soverchia fatica al Bronzino, che vi perdeva troppo tempo, si servì nella maggior parte di questi cartoni, facendo esso i disegni, di Raffaello dal Colle, pittore dal Borgo a San Sepolcro, che si portò ottimamente.