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no veramente, essendo lo scorto a noi una cosa disegnata in faccia corta, che all’occhio, venendo innanzi non ha la lunghezza, ò laltezza, che ella dimostra; Tuttavia, la grossezza, i dintorni, l’ombre et i lumi fanno parere, che ella venga innanzi, et per questo si chiama scorto. Di questa specie non fu mai pittore ò disegnatore, che facesse meglio, che s’habbia fatto il nostro Michelangelo Buonarroti: et ancora nessuno meglio gli poteva fare, havendo egli divinamente fatto le figure di rilievo. Egli prima di terra, ò di cera ha per questo uso fatti i modelli: et da quegli, che piu del vivo restano fermi, ha cavato i contorni, i lumi, et l’ombre. Questi danno a chi non intende grandissimo fastidio; perche non arrivano con l’intelletto a la profondità di tale difficulta, la qual’è la piu forte a farla bene, che nessuna, che sia nella pittura. Et certo i nostri vecchi, come amorevoli dell’arte, trovarono il tirarli per via di linee in prospettiva, ilche non si poteva fare prima, e li ridussero tanto inanzi, che hoggi s’ha la vera maestria di farli. Et quegli, che li biasimano (dico delli artefici nostri) sono quelli, che non li sanno fare, et, che, per alzare se stessi, vanno abassando altrui. Et habbiamo assai maestri pittori, iquali, ancora che valenti, non si dilettano di fare scorti: Et nientedimeno, quando gli veggono belli et difficili, non solo non gli biasimano, ma gli lodano sommamente. Di questa specie ne hanno fatto i moderni alcuni, che sono a proposito, et difficili; come sarebbe a dir in una volta le figure, che guardando in su scortano, et sfuggono, et questi chiamiamo al disotto in su, c’hanno tanta forza, ch’eglino bucano le volte. Et questi non si possono fare, se non si ritraggono dal vivo, ò con modelli in altezze convenienti non si fanno fare loro le attitudini, et le movenzie di tali cose. E certo in questo genere, si recano in quella difficulta una somma grazia, et molta belezza, et mostrasi una terribilissima arte. Di questa specie troverrete, che gli artefici nostri nelle vite loro hanno dato grandissimo rilievo a tali opere, et condottele a una perfetta fine, onde hanno conseguito lode grandissima. Chiamansi scorti di sotto in su, perche il figurato è alto, e guardato dall’ochio per veduta in su, et non per la linea piana dell’orizonte. la onde alzandosi la testa a volere vederlo, et scorgendosi prima le piante de piedi, et l’altre parti di sotto, giustamente si chiama co ’l detto nome.


Come si debbino unire i colori a olio, a fresco, ò a tempera; et come le

carni, i panni, et tutto quello che si dipigne, venga nell’opera a

unire in modo che le figure non venghino divise; et hab

bino rilievo, et forza, e mostrino l’opera chiara,

et aperta.     Cap. XVIII.


L
’Unione nella Pittura è una discordanza di colori diversi accordati insieme; i quali nella diversità di piu divise, mostrano differentemente distinte l’una da l’altra, le parti delle figure, come le carni da i capelli; et un panno diverso di colore, da l’altro. Quando questi colori son messi in opera accesamente, et vivi, con una discordanza spiacevole, tal che siano tinti, et carichi di corpo, si come usavano di fare gia alcuni pittori: il disegno ne viene ad essere offeso di maniera, che le figure restano piu presto dipinti dal colore; che dal pennello, che le lumeggia, et adombra, fatte apparire di rilievo, et naturali. Tutte le Pitture adunque, ò a olio, ò a fresco, ò a tempera, si debbon faretal

mente