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SCULTURA 49

mente unite ne’ loro colori; che quelle figure, che nelle storie sono le principali, venghino condotte chiare chiare; mettendo i panni di colore non tanto scuro a dosso a quelle dinanzi, che quelle, che vanno dopo gli habbino piu chiari che le prime; anzi a poco a poco, tanto quanto elle vanno diminuendo a lo indentro; divenghino anco parimente di mano in mano, et nel colore delle carnagioni, et nelle vestimanta, piu scure. Et principalmente si habbia grandissima avvertenza di mettere sempre i colori piu vaghi, piu dilettevoli, et piu belli, nelle figure principali, et in quelle massimamente, che nella istoria vengono intere, et non meze, perche queste sono sempre le più considerate; et quelle che son piu vedute, che l’altre; lequali servono quasi per campo nel colorito di queste; et un colore più smorto, fa parere più vivo l’altro che gli è posto accanto. Et i colori maninconici, et Pallidi fanno parere piu allegri quelli che li sono accanto, et quasi d’una certa bellezza fiameggianti. Ne si debbono vestire gli ignudi di colori tanto carichi di corpo, che dividino le carni da’ panni, quando detti panni atraversassino detti ignudi, ma i colori de’ lumi di detti panni siano chiari simili alle carni, ò gialletti, ò rossigni, ò violati, ò pagonazzi, con cangiare i fondi scuretti, ò verdi, o azzuri, ò pagonazzi, ò gialli; purche traghino a lo oscuro; et che unitamente si accompagnino nel girare delle figure, con le lor ombre, in quel medesimo modo, che noi veggiamo nel vivo, che quelle parti, che ci si apresentano piu vicine all’occhio, piu hanno di lume; et l’altre perdendo di vista, perdono ancora del lume, et del colore. Cosi nella pittura si debbono adoperare i colori con tanta unione, che e’ non si lasci uno scuro, et un chiaro si spiacevolmente ombrato, et lummeggiato, che e si faccia una discordanza, et una disunione spiacevole, salvo, che negli sbattimenti; che sono quell’ombre, che fanno le figure adosso l’una all’altra, quando un lume solo percuote adosso a una prima figura, che viene adombrare col suo sbattimento la seconda. Et questi ancora, quando accaggiono, voglion esser dipinti con dolcezza, et unitamente. perche chi gli disordina, viene a fare, che quella Pittura par piu presto un tappeto colorito, ò un paro di carte da giucare, che carne unita, ò panni morbidi, ò altre cose piumose, delicate et dolci. Che si come gli orecchi restano offesi da una musica, che fa strepito, ò dissonanza, ò durezze; salvo però in certi luoghi, et a’ tempi; si come io dissi degli sbattimenti; cosi restano offesi gli occhi da’ colori troppo carichi, ò troppo crudi. Conciosia, che il troppo acceso, offende il disegno, Et lo abbacinato, smorto abbagliato, et troppo dolce, pare una cosa spenta, vecchia et affumicata: Ma lo unito, che tenga in fra lo acceso, et lo abbagliato, è perfettissimo; et diletta l’occhio come una musica unita, et arguta diletta lo orecchio. Debbonsi perdere negli scuri certe parti delle figure: et nella lontananza della Istoria; perche oltra, che se elle fussono nello apparire troppo vive, et accese, confonderebbono le figure, elle danno ancora, restando scure, et abbagliate, qnasi come campo, maggior forza alle altre, che vi sono inanzi. Nè si può credere, quanto nel variare le carni con i colori faccendole a’ giovani piu fresche, che a vecchi; et a’ mezani, tra il cotto, et il verdiccio, et gialliccio, si dia grazia, et bellezza alla opera. Et quasi in quello stesso modo, che si faccia nel disegno l’aria delle vecchie accanto alle giovani, et alle fanciulle, et a’ putti: dove veggendosene una tenera, et carnosa; l’altra pulita, e fresca; fa nel dipinto una discordanzaac


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