Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 1-2, 1568.djvu/513

Da Wikisource.

MINO 421

in terra nella rovina di S. Piero, e quivi stette sotterrata fra i calcinacci parecchi anni, e nel MDXLVII fu fatta rimurare d’alcuni veneziani in S. Piero nel vecchio, in una pariete vicino alla cappella di papa Innocenzio. E se bene alcuni credono che tal sepoltura sia di mano di Mino del Reame, ancor che fussino quasi a un tempo, ella è senza dubio di mano di Mino di Fiesole; ben è vero che il detto Mino del Reame vi fece alcune figurette nel basamento che si conoscono, se però ebbe nome Mino, e non più tosto, come alcuni affermano, Dino. Ma per tornare al nostro, acquistato che egli si ebbe nome in Roma per la detta sepoltura e per la cassa che fece nella Minerva, e sopra essa di marmo la statua di Francesco Tornabuoni di naturale che è tenuta assai bella, e per altre opere, non istè molto ch’egli, con buon numero di danari avanzati, a Fiesole se ne ritornò e tolse donna. Nè molto tempo andò ch’egli per servigio delle donne delle murate fece un tabernacolo di marmo di mezzo rilievo, per tenervi il Sacramento, il quale fu da lui con tutta quella diligenza ch’e’ sapeva, condotto a perfezzione. Il qual non aveva ancora murato, quando inteso le monache di S. Ambruogio - le quali erano desiderose di far fare un ornamento simile nell’invenzione, ma più ricco d’ornamento, per tenervi dentro la santissima reliquia del miracolo del Sacramento - la sufficienza di Mino, gli diedero a fare quell’opera, la quale egli finì con tanta diligenza, che satisfatte da lui quelle donne gli diedono tutto quello ch’e’ dimandò per prezzo di quell’opera; e così poco di poi prese a fare una tavoletta con figure d’una Nostra Donna col Figliuolo in braccio, messa in mezzo da San Lorenzo e da San Lionardo, di mezzo rilievo, che doveva servire per i preti o capitolo di San Lorenzo, ad instanza di Messer Dietisalvi Neroni; ma è rimasta nella sagrestia della Badia di Firenze. Et a que’ monaci fece un tondo di marmo, drentovi una Nostra Donna di rilievo col suo Figliuolo in collo, qual posono sopra la porta principale che entra in chiesa; il quale piacendo molto all’universale, fu fattogli allogazione di una sepoltura per il Magnifico Messer Bernardo cavaliere di Giugni, il quale per essere stato persona onorevole e molto stimata meritò questa memoria da’ suoi fratelli. Condusse Mino in questa sepoltura oltre alla cassa et il morto, ritrattovi di naturale sopra, una giustizia la quale imita la maniera di Desiderio molto, se non avesse i panni di quella un poco tritati dall’intaglio. La quale opera fu cagione che l’abate e’ monaci della Badia di Firenze, nel qual luogo fu collocata la detta sepoltura, gli dessero a far quella del conte Ugo figliuolo del marchese Uberto di Madeborgo, il quale lasciò a quella badia molte facultà e privilegii; e così, desiderosi d’onorarlo il più ch’e’ potevano, feciono fare a Mino, di marmo di Carrara, una sepoltura che fu la più bella opera che Mino facesse mai; perchè vi sono alcuni putti che tengono l’arme di quel conte, che stanno molto arditamente e con una fanciullesca grazia; et oltre alla figura del conte morto, con l’effigie di lui ch’egli fece in su la cassa, è in mezzo sopra la bara, nella faccia, una figura d’una Carità con certi putti, lavorata molto diligentemente et accordata insieme molto bene; il simile si vede in una Nostra Donna, in un mezzo tondo col Putto in collo, la quale fece Mino più simile alla maniera di Desiderio che potette, e se egli avesse aiutato il far suo con le cose vive et avesse studiato, non è dubbio che egli arebbe fatto grandissimo