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522 SECONDA PARTE

e ritratti di naturale et altro, sono molto stimati per cose fatte in que’ tempi. Insegnò costui l’arte a due suoi fratelli, che l’immitarono assai: l’uno fu Lazaro e l’altro Sebastiano, di mano de’ quali è nella chiesa delle monache di Corpus Domini, all’altare della Vergine, una tavola dove ella è a sedere in mezzo a S. Caterina e S. Marta, con altre Sante e due Angeli che suonano, et una prospettiva di casamenti, per campo di tutta l’opera, molto bella, della quale n’avemo i proprii disegni di mano di costoro nel nostro libro. Fu anco pittore ragionevole ne’ tempi di costoro Vincenzio Catena, che molto più si adoperò in fare ritratti di naturale, che in alcuna altra sorte di pitture, et invero alcuni che si veggiono di sua mano, sono maravigliosi, e fra gl’altri quello d’un tedesco de’ Fucheri, persona onorata e di conto, che allora stava in Vinezia nel Fondaco de’ tedeschi, fu molto vivamente dipinto. Fece anco molte opere in Vinezia, quasi ne’ medesimi tempi, Giovanbatista da Conigliano, discepolo di Giovan Bellino; di mano del quale è nella detta chiesa delle monache del Corpus Domini una tavola all’altare di S. Piero martire, dove è detto Santo, S. Niccolò e S. Benedetto, con una prospettiva di paesi, un Angelo che accorda una cetera, e molte figure piccole, più che ragionevoli. E se costui non fusse morto giovane, si può credere che arebbe paragonato il suo maestro. Non ebbe anco se non nome di buon maestro, nell’arte medesima e ne’ medesimi tempi, Marco Basarini, il quale dipinse in Venezia dove nacque di padre e madre greci, in S. Francesco della Vigna, in una tavola, un Cristo deposto di croce, e nella chiesa di S. Iob in un’altra tavola un Cristo nell’orto, et a basso i tre Apostoli che dormono, e S. Francesco e S. Domenico con due altri Santi; ma quello che più fu lodato di questa opera, fu un paese con molte figurine fatte con buona grazia. Nella medesima chiesa dipinse l’istesso Marco, S. Bernardino sopra un sasso, con altri Santi. Giannetto Cordegliaghi fece nella medesima città infiniti quadri da camera, anzi non attese quasi ad altro, e nel vero ebbe in cotal sorte di pittura una maniera molto delicata e dolce, e migliore assai che quella dei sopra detti. Dipinse costui in S. Pantaleone, in una cappella accanto alla maggiore, S. Piero che disputa con due altri Santi; i quali hanno indosso bellissimi panni e sono condotti con bella maniera. Marco Bassiti fu quasi ne’ medesimi tempi in buon conto, et è sua opera una gran tavola in Vinezia nella chiesa d’i frati di Certosa; nella quale dipinse Cristo in mezzo di Piero e d’Andrea nel Mare di Tiberiade et i figliuoli di Zebedeo, facendovi un braccio di mare, un monte e parte d’una città con molte persone in figure piccole. Si potrebbono di costui molte altre opere raccontare, ma basti aver detto di questa che è la migliore. Bartolomeo Vivarino da Murano si portò anch’egli molto bene nell’opere che fece, come si può vedere, oltre a molte altre, nella tavola che fece all’altare di S. Luigi, nella chiesa di S. Giovanni e Polo, nella quale dipinse il detto S. Luigi a sedere col piviale indosso, S. Gregorio, S. Bastiano e S. Domenico, e dall’altro lato S. Niccolò, S. Girolamo e S. Rocco, e sopra questi altri Santi infino a mezzo. Lavorò ancora benissimo le sue pitture, e si dilettò molto di contrafare le cose naturali,