Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 1-2, 1568.djvu/88

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LETTERA DI M.

ro cõpiute per ingiurie che loro pareua riceuere da q(ue)l Comune quindi ſi partirono: onde a quella città ſoprauẽne vna grã fame, et vna grã careſtia. la onde domandãdo q(ue)l popolo agli Dei miſericordia fu loro dallo oracolo d’Apollo riſposto che la trouerrebbero ogni volta che quegli artefici fuſſero fatti tornare a finire le incominciate figure. la qual coſa i Sicionij con molto ſpendio, e preghiere finalmente ottennero, e furono queſte imagini Apollo, Diana, Hercole, e Minerua. non molto dopo coſtoro in Chio Iſola dello Arcipelago furono medeſimamente altri nobili artefici di ritrarre in marmo, uno chiamato Mala, & un ſuo figliuolo Micciade, & vn nipote Antermo. i quali fiorirano al tempo di Hipponatte Poeta, che ſi ſa chiaro eſſere ſtato nella Olimpiade ſeſſanteſima. e ſe ſi andaſſe cercando l’auolo e’l biſauolo di coſtoro, ſi trouerrebbe certo queſta arte hauere hauuto origine con le Olimpiade ſteß.efu quello Hipponatte Poeta molto brutto huomo, e molto cõtrafatto nel viſo. onde questi artefici per beffarlo con l’arte loro lo ritraſſero, e per far ridere il popolo lo miſero in publico, di che egli sdegnandoſi che ſtizzoſißimo era con i ſuoi uerſi, i quali erano molto uelenoſi gli trafiſſe nel uiuo, et in maniera gli abominò che ſi diſſe che alcuni di loro per dolore della riceuuta ingiuria ſe ſteßi impiccarono. il che non fu vero: percioche poi per l’Iſole vicine fecero molte figure: et in Delo maßimamente. ſotto le quali ſcolpirono verſi che diceuano che Delo fra l’Iſole della Grecia era in buon nome non ſolo per la eccllenza del uino, ma ancora per le opere de i figliuoli di Antermo ſcultori. Moſtrauano i Laſij una Diana fatta di mano di coſtoro, & in Chio Iſola ſi diceua eſſerne un’altra poſta in luogo molto rileuato di vn tempio; la faccia della quale a coloro che entrauano nel tempio pareua ſeuera, & adirata. & a coloro a che ne uſciuano placata, e piaceuole. A Roma erano di mano di questi artefici nel tempio di Apollo Palatino alcune figure posteui, e conſagrateui da Agusto in luogo piu alto, e piu raguardeuole. Vedeuonſene ancora in Delo molte altre, & ĩ Lebedo. e delle opere del padre loro Ambracia, Argo, e Cleone città nobili furono molto adorne. Lauorarono ſolamente in marmo bianco, che ſi cauaua nelle Iſole di Paro. il quale come anco ſcriſſe Varrone pero che delle caue a lume di lucerna ſi traheua fu chiamato marmo di lucerna. ma furono poi trouati altri marmi molto piu bianchi, ma forſe non coſi fini come è anco quel di Carrara. Auenne in quelle caue come ſi dice coſa che apena par da credere, che fendẽdoſi con eßi i conij vn maſſo di questo marmo ſi ſcoperſe nel mezzo vna imagine d’una teſta di Sileno. come ella vi fuſſe entro non ſi ſa coſi bene, e ſi crede che cio a caſo aueniſſe. dicono che quel Fidia di cui diſopra habbiamo detto che ſi bene haueua lauorato in metallo, e fatto d’auorio alcune nobilißime ſtatue; fu anco buõ maeſtro di ritrarre in marmo, e che di ſua mano fu quella bella Venere, che ſi uedeua a Roma nella loggia di Ottauia. e che egli fu maeſtro di Alcmane Athenieſe in q(ue)ſta arte molto pregiato. delle opere di cui molte gli Athenieſi ne loro tempi conſacrarono. e fra le altre quella bellißma Venere: laquale per eſſere ſtata poſta fuor delle mura fu chiamata la fuor di città; alla quale ſi diceua che Fidia haueua dato la perfettione, e come è in prouerbio hauerui posto l’ultima mano. Fu diſcepolo del


medesi-