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molti de’ nostri artefici, che si son serviti poi dell’abondanza e copia delle belle fantasie et invenzioni di costui. Vedesi ancora di mano del medesimo in legno un Cristo ignudo, che ha intorno i misterii della sua Passione, e piange con le mani al viso i peccati nostri, che per cosa piccola non è se non lodevole. Dopo, cresciuto Alberto in facultà et in animo, vedendo le sue cose essere in pregio, fece in rame alcune carte, che feciono stupire il mondo. Si mise anco ad intagliare, per una carta d’un mezzo foglio, la Malinconia con tutti gl’instrumenti che riducono l’uomo, e chiunche gl’adopera, a essere malinconico; e la ridusse tanto bene, che non è possibile col bulino intagliare più sottilmente. Fece in carte piccole tre Nostre Donne variate l’una dall’altre, e d’un sottilissimo intaglio. Ma troppo sarei lungo, se io volessi tutte l’opere raccontare che uscirono di mano ad Alberto. Per ora basti sapere che, avendo disegnato per una passione di Cristo trentasei pezzi, e poi intagliatigli, si convenne con Marcantonio bolognese di mandar fuori insieme queste carte. E così capitando in Vinezia, fu quest’opera cagione che si sono poi fatte in Italia cose maravigliose in queste stampe, come di sotto si dirà. Mentre che in Bologna Francesco Francia attendeva alla pittura fra molti suoi discepoli, fu tirato innanzi, come più ingegnoso degl’altri, un giovane chiamato Marcantonio, il quale, per essere stato molti anni col Francia e da lui molto amato, s’acquistò il cognome de’ Franci. Costui dunque, il quale aveva miglior disegno che il suo maestro, maneggiando il bulino con facilità e con grazia, fece, perché allora erano molto in uso, cinture et altre molte cose niellate, che furono bellissime, perciò che era in quel mestiero veramente eccellentissimo. Venutogli poi disiderio, come a molti aviene, d’andare pel mondo a vedere diverse cose et i modi di fare degl’altri artefici, con buona grazia del Francia se n’andò a Vinezia, dove ebbe buon ricapito fra gl’artefici di quella città. Intanto capitando in Vinezia alcuni fiaminghi con molte carte intagliate e stampate in legno et in rame da Alberto Duro, vennero vedute a Marcantonio in sulla piazza di San Marco. Per che, stupefatto della maniera del lavoro e del modo di fare d’Alberto, spese in dette carte quasi quanti danari aveva portati da Bologna, e fra l’altre cose comperò la Passione di Gesù Cristo intagliata in trentasei pezzi di legno in quarto foglio, stata stampata di poco dal detto Alberto. La quale opera cominciava dal peccare d’Adamo, et essere cacciato di Paradiso dall’Angelo, infino al mandare dello Spirito Santo. E considerato Marcantonio quanto onore et utile si avrebbe potuto acquistare chi si fusse dato a quell’arte in Italia, si dispose di volervi attendere con ogni accuratezza e diligenza; e così cominciò a contrafare di quegli intagli d’Alberto, studiando il modo de’ tratti et il tutto delle stampe che avea comperate: le qual per la novità e bellezza loro, erano in tanta riputazzione, che ognuno cercava d’averne. Avendo dunque contrafatto in rame d’intaglio grosso, come era il legno che aveva intagliato Alberto, tutta la detta Passione e vita di Cristo in trentasei carte, e fattovi il segno che Alberto faceva nelle sue opere, cioè questo: AE, riuscì tanto simile di maniera che, non sapendo nessuno ch’elle fussero fatte da Marcantonio, erano credute d’Alberto, e per opere di lui vendute e comperate. La qual cosa, essendo scritta in Fiandra ad Alberto, e mandatogli una di dette passioni contrafatte da Marcantonio,