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in aria, con la Nostra Donna, S. Giovanni Battista e Santa Caterina in terra ginocchioni, e S. Paulo apostolo ritto, la quale fu una grande e bellissima stampa. E questa, sì come l’altre, essendo già quasi consumate per troppo essere state adoperate, andarono male, e furono portate via dai tedeschi et altri nel sacco di Roma. Il medesimo intagliò in profilo il ritratto di papa Clemente VII, a uso di medaglia col volto raso; e dopo, Carlo V imperatore, che allora era giovane, e poi un’altra volta, di più età. E similmente Ferdinando re de’ Romani, che poi sucedette nell’imperio al detto Carlo v. Ritrasse anche in Roma di naturale Messer Pietro Aretino, poeta famosissimo, il quale ritratto fu il più bello che mai Marcantonio facesse. E non molto dopo i dodici imperadori antichi in medaglie. Delle quali carte mandò alcune Raffaello in Fiandra ad Alberto Duro, il quale lodò molto Marcantonio, et all’incontro mandò a Raffaello, oltre molte altre carte, il suo ritratto, che fu tenuto bello affatto. Cresciuta dunque la fama di Marcantonio, e venuta in pregio e riputazione la cosa delle stampe, molti si erano acconci con esso lui per imparare. Ma tra gl’altri fecero gran profitto Marco da Ravenna, che segnò le sue stampe col segno di Raffaello: SR; et Agostino Viniziano, che segnò le sue opere in questa maniera: AV; i quali due misero in stampa molti disegni di Raffaello, cioè una Nostra Donna con Cristo morto a giacere e disteso; et a’ piedi San Giovanni, la Madalena, Niccodemo e l’altre Marie. E di maggior grandezza intagliarono un’altra carta, dove è la Nostra Donna con le braccia aperte e con gl’occhi rivolti al cielo in atto pietosissimo, e Cristo similmente disteso e morto. Fece poi Agostino in una carta grande una Natività con i pastori et Angeli, e Dio Padre sopra; et intorno alla capanna fece molti vasi così antichi come moderni. E così un profumiere: cioè due femine con un vaso in capo traforato. Intagliò una carta d’uno converso in lupo, il quale va ad un letto per ammazzare uno che dorme. Fece ancora Alessandro con Rosana, a cui egli presenta una corona reale, mentre alcuni amori le volano intorno e le acconciano il capo; et altri si trastullano con l’armi di esso Alessandro. Intagliarono i medesimi la cena di Cristo con i dodici Apostoli, in una carta assai grande, et una Nunziata: tutti con disegno di Raffaello; e dopo, due storie delle nozze di Psiche, state dipinte da Raffaello non molto inanzi. E finalmente fra Agostino e Marco sopra detto furono intagliate quasi tutte le cose che disegnò mai, o dipinse Raffaello, e poste in istampa. E molte ancora delle cose state dipinte da Giulio Romano, e poi ritratte da quelle. E perché delle cose del detto Raffaello quasi niuna ne rimanesse, che stampata non fusse da loro, intagliarono in ultimo le storie che esso Giulio avea dipinto nelle logge col disegno di Raffaello. Veggionsi ancora alcune delle prime carte col segno M. R., cioè Marco Ravignano, et altre col segno A. V., cioè Agostino Viniziano, essere state rintagliate sopra le loro da altri, come la creazione del mondo, e quando Dio fa gl’animali, il sacrificio di Caino e di Abel, e la sua morte, Abraam che sacrifica Isac, l’arca di Noè et il diluvio, e quando poi n’escono gl’animali; il passare del mare Rosso, la tradozzione della legge dal monte Sinai per Moisè, la manna, David che amazza Golia, già stato intagliato da Marcantonio, Salamone che edifica il tempio, il giudizzio delle femmine del medesimo, la visita della reina Saba; e del Testamento Nuovo la Natività, la Ressurezzione di Cristo, e la missione dello