Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/344

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Spirito Santo. E tutte queste furono stampate vivente Raffaello. Dopo la morte del quale, essendosi Marco et Agostino divisi, Agostino fu trattenuto da Baccio Bandinelli scultore fiorentino, che gli fece intagliare col suo disegno una notomia, che avea fatta d’ignudi secchi e d’ossame di morti, et appresso una Cleopatra, che amendue furono tenute molto buone carte; per che, cresciutogli l’animo, disegnò Baccio, e fece intagliare, una carta grande, delle maggiori che ancora fussero state intagliate infino allora, piena di femmine vestite e di nudi, che amazzano, per comandamento d’Erode, i piccoli fanciulli innocenti. Marcantonio intanto, seguitando d’intagliare, fece in alcune carte i dodici Apostoli, piccoli, in diverse maniere, e molti Santi e Sante, acciò i poveri pittori, che non hanno molto disegno, se ne potessero ne’ loro bisogni servire. Intagliò anco un nudo, che ha un lione a’ piedi e vuole fermare una bandiera grande, gonfiata dal vento, che è contrario al volere del giovane; un altro che porta una basa addosso; et un San Ieronimo, piccolo, che considera la morte mettendo un dito nel cavo d’un teschio che ha in mano, il che fu invenzione e disegno di Raffaello; e dopo, una Iustizia, la quale ritrasse dai panni di capella; et appresso l’Aurora tirata da due cavalli, ai quali l’Ore mettono la briglia. E dall’antico ritrasse le tre Grazie, et una storia di Nostra Donna che saglie i gradi del tempio. Dopo queste cose, Giulio Romano, il quale, vivente Raffaello suo maestro, non volle mai per modestia far alcuna delle sue cose stampare, per non parere di volere competere con esso lui, fece, dopo che egli fu morto, intagliare a Marcantonio due battaglie di cavalli bellissime in carte assai grandi, e tutte le storie di Venere, d’Apollo e di Iacinto, che egli avea fatto di pittura nella stufa che è alla vigna di Messer Baldassarre Turrini da Pescia. E parimente le quattro storie della Madalena, et i quattro Evangelisti, che sono nella volta della capella della Trinità, fatte per una meretrice, ancor che oggi sia di Messer Agnolo Massimi. Fu ritratto ancora, e messo in istampa dal medesimo, un bellissimo pilo antico, che fu di Maiano et è oggi nel cortile di San Pietro, nel quale è una caccia d’un Lione; e dopo una delle storie di marmo, antiche, che sono sotto l’arco di Gostantino, e finalmente molte storie, che Raffaello aveva disegnate per il corridore e logge di palazzo; le quali sono state poi rintagliate da Tommaso Barlacchi insieme con le storie de’ panni, che Raffaello fece pel concistoro publico. Fece dopo queste cose Giulio Romano in venti fogli intagliare da Marcantonio, in quanti diversi modi, attitudini e positure giacciono i disonesti uomini con le donne, e, che fu peggio, a ciascun modo fece Messer Pietro Aretino un disonestissimo sonetto, in tanto che io non so qual fusse più, o brutto lo spettacolo dei disegni di Giulio all’occhio, o le parole dell’Aretino agl’orecchi; la quale opera fu da papa Clemente molto biasimata. E se quanto ella fu pubblicata Giulio non fusse già partito per Mantoa, ne sarebbe stato dallo sdegno del papa aspramente castigato. E poi che ne furono trovati di questi disegni in luoghi dove meno si sarebbe pensato, furono non solamente proibiti, ma preso Marcantonio e messo in prigione. E n’arebbe avuto il malanno, se il cardinale de’ Medici e Baccio Bandinelli, che in Roma serviva il Papa, non l’avessono scampato. E nel vero non si doverebbono