Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/352

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più gentile in dieci carte le storie et i fatti di Davit, da che Samuel l’unse, fino a che se n’andò dinanzi a Saulo. Et in sei altre carte fece l’inamoramento d’Amon con Tamar sua sorella, e lo stupro e morte del medesimo Amon. E non molto dopo fece della medesima grandezza dieci storie de’ fatti di Iobbe, e cavò da tredici capitoli de’ proverbii di Salamone, cinque carte della sorte medesima. Fece ancora i Magi, e dopo in sei pezzi la parabola, che è in San Matteo a dodici, di coloro che per diverse cagioni recusarono d’andar al convito del re, e colui che v’andò non avendo la veste nuziale. E della medesima grandezza in sei carte alcuni degl’atti degl’Apostoli, et in otto carte simili figurò in varii abiti, otto donne di perfetta bontà: sei del Testamento vecchio, Iabil, Ruth, Abigail, Iudith, Esther e Susanna; e del nuovo, Maria Vergine madre di Gesù Cristo e Maria Madalena. E dopo queste fece intagliare in sei carte i trionfi della Pacienza, con varie fantasie. Nella prima è sopra un carro la Pacienza, che ha in mano uno stendardo, dentro al quale è una rosa fra le spine. Nell’altra si vede sopra un’ancudine un cuor che arde, percosso da tre martella; et il carro di questa seconda carta è tirato da due figure: cioè dal Disiderio, che ha l’ale sopra gl’omeri, e dalla Speranza che ha in mano un’àncora, e si mena dietro, come prigiona, la Fortuna, che ha rotto la ruota. Nell’altra carta è Cristo in sul carro con lo stendardo della croce e della sua Passione. Et in sui canti sono gl’Evangelisti in forma d’animati. E questo carro è tirato da dua agnelli, e dietro ha quattro prigioni: il diavolo, il mondo, o vero la carne, il peccato e la morte. Nell’altro trionfo è Isaac nudo sopra un camello, e nella bandiera che tiene in mano è un paio di ferri da prigione, e si tira dietro l’altare col montone, il coltello et il fuoco. In un’altra carta fece Iosef, che trionfa sopra un bue coronato di spighe e di frutti, con uno stendardo, dentro al quale è una cassa di pecchie. Et i prigioni, che si trae dietro, sono Zefira e l’Invidia, che si mangiano un cuore. Intagliò in un altro trionfo Davit, sopra un lione, con la cetara e con uno standardo in mano, dentro al quale è un freno, e dietro a lui è Saul prigione et i Semei con la lingua fuora. In un’altra è Tobia che trionfa sopra l’asino, et ha in mano uno stendardo dentrovi una fonte; e si trae dietro legati come prigioni la Povertà e la Cecità. L’ultimo de’ sei trionfi è Santo Stefano protomartire, il quale trionfa sopra un elefante et ha nello stendardo la Carità, et i prigioni sono i suoi persecutori. Le quali tutte sono state fantasie capricciose e piene d’ingegno; e tutte furono intagliate da Ieronimo Coch la cui mano è fiera, sicura e gagliarda molto. Intagliò il medesimo con bel capriccio in una carta la Fraude e l’Avarizia, et in un’altra bellissima una bacanaria con putti che ballano. In un’altra fece Moisè che passa il Mare Rosso, secondo che l’aveva dipinta Agnolo Bronzino, pittore fiorentino, nel palagio del duca di Fiorenza, nella capella di sopra. A concorrenza del quale pur col disegno del Bronzino intagliò Giorgio Mantovan una Natività di Gesù Cristo, che fu molto bella. E dopo queste cose intagliò Ieronimo, per colui che ne fu inventore, dodici carte delle vittorie, battaglie e fatti d’arme di Carlo Quinto. Et al Verese, pittore e gran maestro, in quelle parti di prospettiva, in venti carte diversi casamenti, et a Ieronimo Bos una carta di San Martino con una barca piena di diavoli in bizzarrissime forme; et in un’altra un alchimista, che in diversi