Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/373

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braccio, e si mostrano nella vista da terra di tre braccia nell’altezza. E nel vero sono fatte con mirabili arte et ingegno, avendo Giulio saputo far sì che, oltre al parer vive (così hanno rilievo), ingannano con piacevole veduta l’occhio umano. Sono poi negl’ottangoli tutte l’altre prime storie di Psiche, dell’avversità che le avvennero per lo sdegno di Venere, condotte con la medesima bellezza e perfezzione. Et in altri angoli sono molti amori, come ancora nelle finestre, che secondo gli spazii fanno varii effetti: e questa volta è tutta colorita a olio di mano di Benedetto e Rinaldo sopra detti. Il restante, adunque, delle storie di Psiche sono nelle facce da basso, che sono le maggiori, cioè in una a fresco quando Psiche è nel bagno e gl’amori la lavano, et appresso con bellissimi gesti la rasciugano; in un’altra parte s’appresta il convito da Mercurio, mentre ella si lava, con le Baccanti che suonano, dove sono le Grazie che con bellissima maniera fioriscono la tavola; e Sileno, sostenuto da’ satiri col suo asino sopra una capra a sedere, ha due putti che gli suggono le poppe, mentre si sta in compagnia di bacco che ha a’ piedi due tigri e sta con un braccio appoggiato alla credenza: dall’uno de’ lati della quale è un camello e dall’altro un liofante; la qual credenza, che è a mezzo tondo in botte, è ricoperta di festoni di verzure e fiori e tutta piena di viti cariche di grappoli d’uve e di pampani, sotto i quali sono tre ordini di vazi bizzarri, bacini, boccali, tazze, coppe et altri così fatti, con diverse forme e modi fantastichi e tanto lustranti, che paiono di vero argento e d’oro, essendo contrafatti con un semplice colore di giallo e d’altro così bene, che mostrano l’ingegno, la virtù e l’arte di Giulio, il quale in questa parte mostrò esser vario, ricco e copioso d’invenzione e d’artifizio. Poco lontano si vede Psiche che, mentre ha intorno molte femine che la servono e la presentano, vede nel lontano fra i poggi spuntar Febo col suo carro solare, guidato da quattro cavalli, mentre sopra certe nuvole si sta Zefiro tutto nudo a giacere, che soffia, per un corno che ha in bocca, suavissime aure che fanno gioconda e placida l’aria che è d’intorno a Psiche. Le quali storie furono, non sono molti anni, stampate col disegno di Batista Franco viniziano, che le ritrasse in quel modo appunto che elle furono dipinte, con i cartoni grandi di Giulio da Benedetto da Pescia e da Rinaldo Mantovano, i quali misero in opera tutte queste storie, eccetto che il Bacco, il Sileno et i due putti che poppano la capra. Ben è vero che l’opera fu poi quasi tutta ritocca da Giulio, onde è come fusse tutta stata fatta da lui. Il qual modo, che egli imparò da Raffaello suo precettore, è molto utile per i giovani che in esso si esercitano, perché riescono per lo più eccellenti maestri. E se bene alcuni si persuadono essere da più di chi gli fa operare, conoscono questi cotali, mancata la guida loro prima che siano al fine, o mancando loro il disegno e l’ordine d’operare, che per aver perduta anzi tempo o lasciata la guida, si trovano come ciechi in un mare d’infiniti errori. Ma tornando alle stanze del T., si passa da questa camera di Psiche in un’altra stanza tutta piena di fregi doppi di figure di basso rilievo, lavorate di stucco, col disegno di Giulio, da Francesco Primaticcio bolognese, allora giovane, e da Giovambatista Mantovano. Ne’ quali fregi è tutto l’ordine de’ soldati che sono a Roma nella colonna Traiana, lavorati con bella maniera. Et in un palco, o vero soffittato d’una anticamera, è dipinto a