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Pagina:Vasco - Della moneta, 1788.djvu/43

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Principe, e raguagliarle a’ valori numerarj, e non a specie effettive. Ma quand’anche fossero stati così mal’avveduti i creditori, il pagar loro poscia in così cattiva moneta sì il capitale, che gl’interessi non è altro, che pagar meno di quel che si deve. Un tale ripiego riguardo agli stranieri è pericoloso, perchè discredita chi l’adopra, talchè in un bisogno non troverà forse chi gli voglia imprestare denaro: riguardo ai sudditi può considerarsi come una nuova imposizione, la quale in vece d’essere compartita egualmente sopra tutti fosse caricata sopra i soli creditori del Principe. Quest’esempio non potrebbe a meno d’autorizzare i sudditi a pagare in simil maniera i loro creditori, che vuol dire defraudarli d’una porzione del credito, il che oltre il danno dei particolari interessati reca un grave pregiudizio alla Nazione, imbarazzando il commercio, ed introducendo una specie d’incertezza nella proprietà de’ beni, che si vuole in ogni Società bene organizzata tanto scrupolosamente prottetta. Ma non è mio scopo ricordar qui tutti i disordini d’un simil metodo, bastandomi avere spiegato, che il profitto dell’Erario, che sperasi da qualunque mutazion di valori fatta colle pubbliche tariffe, non è che un’illusione, ossia non è mai effetto diretto dei nuovi sistemi di monetazione, ma