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relazione di gioanni da mulla 133

assai, e godono per essa d’alcune preminenzie conspicue molto, come Tesser trattati in lettere dal signor duca col titolo di «molto illustre», si possono coprire alla sua presenza senza altro cenno dell’Altezza Sua, entrano sempre nella propria carozza del duca, quando vi sia luogo, ed hanno molti altri privilegi ancora. Cose che, fuor che a’ cavallieri dell’ordine, non sono concesse ad altri, se non ad alcuni principalissimi cavallieri feudatari dell’imperio e di gran sangue, come al conte Ridolfo Ippoliti da Gazoldo, che è stato quello che mi ha sempre fatto compagnia d’ordine del signor duca, al marchese di Grana ed a qualchedun altro; ma sono pochi.

Gode il signor duca per sua abitazione in Mantova un amplissimo e nobilissimo palazzo, che sarebbe bastevolmente capace per ogni gran re, riccamente addobato di paramenti di muro in gran numero, cosí di finissima razzeria, come di seda ed oro; ornato dall’antichitá di molte eccellenti pitture, di quali ve n’è grandissima copia, essendone infine le galerie tutte ripiene; con tanta quantitá di logge, sale, corridori, cortili e giardini, parte terreni e parte situati in eminenza uguale alle stanze ove si abita, che per tutti i rispetti viene a rendersi grandemente magnifico e sontuoso. In una parte di esso abita il signor duca, ed in un altro appartamento il signor don Vicenzo suo fratello, restandone, con tutto ciò, tanto di vuoto ed inabitato ancora, che è quasi incredibile.

Non ha mai compitamente rimesso questo principe la sua razza di cavalli da che v’entrò certa infirmitd, che l’estinse quasi del tutto; e se bene può al presente avere nelle sue stalle da 250 cavalli in circa, non ne ha però piú che 25 o 30 nobili e di maneggio, ed il resto sono cavalli da carozza, da sella, che servono per uso di piacere e di caccia, e puledri. V’applica però il signor duca grandemente il pensiero. Ha diversi buoni stalloni, ne procura d’ogni parte, ha un buonissimo cavallarizzo condotto con lui da Roma, e spera ritornar il tutto in buono stato.

In Mantova non vi è essercizio né militare né litterario e non vi è alcuno, si può dire, che abbi isperienzia delle cose di guerra. Si trova al presente in quella cittá il baron de Par, che fu quello