Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/169

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relazione di gioanni da mulla 163

in corte di Roma e ricevere dalla Francia quella ricognizione, che è ordinaria; se ben hanno l’Eccellenze Vostre ultimamente inteso che il secretario del detto don Vicenzo, mandato da lui a quest’effetto, non ha riportato che parola d’ufficio e generali.

Di Lorena è il signor duca cognato, né ha occasione se non di passar ottima intelligenza con quel principe.

Con Fiorenza s’intende bene e si promette assai del granduca. Mi ha detto piú volte che da quel principe gli viene portata grande affezione, ed in proposito di nozze con quella casa ha il signor duca quei concetti che ho giá descritti; se bene il trovarsi adesso in corte di Fiorenza il marchese Rossi, partito dal servizio di Mantova, come si sa, non può esser di alcun giovamento al signor duca.

Di Modena è parente. Con Urbino, per la distanza di luoghi, non ha che fare. Con Parma, per le cose passate, non vi è buona volontá, ma piú tosto rancore ed alienazione di affetto. E con Spagna e con Vostra Serenitá ha il signor duca quei interessi che sono noti ed io ho in qualche parte imperfettamente accennato.

Ho detto, serenissimo Principe, signori eccellentissimi, quanto piú brevemente ho potuto, quello che ho giudicato degno della loro notizia intorno alle condizioni del signor duca di Mantova, di quelli della sua casa, delli suoi Stati, delle sue forze, delle sue rendite, de’ suoi ministri, del suo Consiglio, quello che si può dire del suo matrimonio, come s’intenda con altri principi, in che stato si trovi con spagnuoli e che volontá che tenghi con la Serenitá Vostra. La maggior parte delle quai cose, come ho detto da principio, non avendo altro fondamento che la congettura, a me non dá l’animo poter affermare per vere, perché possono e non possono riuscir tali, secondo gli accidenti e le occasioni.

Passerò ora a quella parte che doverá contenir li favori ricevuti in questa legazione a Mantova, per riddurmi al fine con celeritá.

Non ha tralasciato in conto alcuno il signor duca di dimostrare la stima grande che ha fatto di quest’ambassaria di Vostra