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per longhi anni sofferite con la casa di Savoia, a quello Stato, con quello del Piemonte, confinante ed infesta.

Rilevava di entrata annua il Monferrato alli duchi di Mantoa meglio di 230.000 ducati, quando era tutto unito in numero di 218 terre grosse. Al presente la parte rimasta al signor duca, che è di 147 terre solamente, può arrivar a 80.000 ducati in circa, assorbiti dalle spese di quel governo, composto, con titolo di «Consiglio», del gran cancellier Viscardi, che tiene le chiavi della cittá, del governator della cittadella Rivara, delli possidenti e di un secretano di Stato, quali con poca economia al certo regolano l’entrate sudette. Cosi, ove non gionge a rischiarar con li raggi della propria providenza l’occhio ben aveduto del prencipe, s’offuscano fra le nebbie del privato interesse quelli del buon servizio de’ ministri. Non rissente il signor duca presente, né potrebbe meno di gran lunga farlo, il dispendio del presidio di Casale, mantenutovi, sino dal principio del suo ingresso, dalla Francia, con qualche augumento nel numero e con introduzion piú libera di soldatesca francese nella cittadella medesima doppo la morte del duca d’Umena. In essa, oltre il marchese di Rivara, governator del duca, vi ha introdotto il signor di Toiras monsieur di Santoné, suo nipote; e 560 fanti, per lo piú francesi, di presidio vi si trovano. Nel castello della cittá, in Nizza, Ponzan, Moncalvo ed altri luoghi forti restano li governatori di Sua Altezza assistiti da capi del re cristianissimo con milizia pure francese, il numero della quale, ripartita fra Casale e gli altri posti sudetti di quello Stato, ascende a piú di 2400 fanti, tutti pagati dal re, oltre a 300 del paese, che servono a mo’ di ordinanze. Se bene resti il duca dalle paghe de’ soldati sgravato in quel paese, rimane tuttavia, per tali presidi, quello Stato dall’obligo continuo delli alloggi, a che 10 tengono sottoposto quelle milizie, opresso assai. Diversamente succede di quelle da Vostra Serenitá contribuite al signor duca per la sicurezza di Mantoa, quali lo servono senza altro aggravio che di alcuna picciola ricognizione agli ufficiali per il commodo degli utensili. Anzi che, oltre la custodia e disciplina militare che vi essercitano, dánno esse gran fiato con la