Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/194

Da Wikisource.
188 mantova


Verso l’imperatore non può conservare buon animo Sua Altezza, riconoscendo la dessoluzione dello Stato di Mantoa da lui. Lo mostrò nella corta risposta che diede al baron Rabata, ambasciator di quella Maestá, dalla quale i duchi precessori si sarebbono molto bene guardati. Ad ogni modo, come feudatario dell’imperio e stretto parente dell’imperatrice, la qual è della stessa casa Gonzaga, figliuola del fu duca Vincenzo primo, usa il signor duca nelle apparenze ogni dimostrazion di rispetto con Cesare; e gli onori contribuiti al detto ambasciator suo, come avisai, lo comprobano.

La medesima alienazione d’animo e per li rispetti stessi tiene l’Altezza Sua con il re cattolico. Non può celare il godimento delli sinistri che provano ambedue quelle corone. Li chiama «giudizi ben giusti del signor Iddio»; né vagliono le lusinghe di promesse, che gli fanno di quando in quando pervenir all’orecchie spagnoli, per scancellarli dalla memoria li danni ed offese passate o per fargli creder miglior loro disposizione in avvenire verso di lui.

Con il re d’Inghilterra, che lo tratta di «Altezza», come fa l’imperatrice, passa il duca uffici di piena confidenza, e con gli altri prencipi tutti, quali o per sangue o per interessi sono con la Francia congionti. Sino col duca di Savoia, tutto che goda tanta parte del Monferrato, si trattiene con modi d’amorevole corrispondenza, in riguardo che sii ora quel prencipe aderente della cristianissima corona. Vive il signor duca in speranza o di riaver un giorno il suo, col compenso che sii per procurarne la Francia a Savoia per altra via, overo di esser del partaggio del Monferrato compensata in altra parte l’Altezza Sua.

Nella Francia ha tanti pegni di Stati, di rendite, di parenti, della prencipessa medesima sua figlia, il signor duca, tanto ha rimesso Casale e tutto quello Stato nelle sue mani, che, quando il patrocinio, gli interessi e la gratitudine non lo conservassero a quella corona volontariamente unito, tali pegni valerebbono a tenervelo per necessitá. Con termini di ogni onore e stima però procura conservarselo tale il re cristianissimo. Gli ha mandato ambasciatori di congratulazione e di condoglianza, secondo