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relazione di nicolò dolfin 189

le occorrenze. Ha loro espressamente ordinato di trattar con Sua Altezza con maniere di molto avantaggiate per lei da quelle facevano con gli altri duchi precessori, e pareggiatala con quelli di Savoia e di Toscana.

Col fondamento di ciò e di esser alla stessa condizione trattato da Cesare e da Inghilterra e di aver l’onor della parentela dell’imperatore e del Cristianissimo e quello della colleganza con la Francia e con Vostra Serenitá, desidererebbe il signor duca di esser da lei eziandio onorato dei titoli che è solita dare a Savoia e Fiorenza, e non trattarlo tuttavia con quelli che oggidí sono fatti ordinari fra li cavallieri privati. E se ben egli non me n’abbi fatto il motivo, me ne hanno ben parlato li ministri, con quali mi son ritenuto sopra generali; e forse ne fará passar qualche instanza il signor duca alle Eccellenze Vostre, all’arrivo del suo ressidente presso di esse.

Verso questo serenissimo dominio professa Sua Altezza una parzialissima devozione. Si chiama restituito nel possesso de’ suoi Stati dalle mani principalmente delle Eccellenze Vostre; protesta di mai esser, qualunque accidente succeda, per disgiongersi da esse, e che imprimerá questa massima e lascerá questo precetto alli suoi posteri. Ho osservato che gode dei soccorsi di Vostra Serenitá senza minima ombra di gelosia; e procurò egli di confermarmene con la confidenza di mostrarmi la lettera dell’imperatrice in questo proposito, come rappresentai. Sovente gli vengono suggeriti dei sospetti però, per renderlo di essi soccorsi geloso. Alcuni de’ ministri, che con calor sostenevano non doversi uguagliare l’ambasciator di Vostra Serenitá nelli ricevimenti a quello di Cesare, qual è direttore del feudo, assai bastando di trattarlo a misura dell’altre corone, dissero a Sua Altezza che io sostenevo questa pretensione con la sponda che mi davano le milizie della serenissima republica, abili a farmene far la raggion in ogni caso. Il qual concetto fu francamente ribattuto con le adequate risposte da chi ben guidò a mio nome quel negozio. Riconosce il signor duca la continovazione longa ed incessante delle tante contribuzioni ricevute da Vostra Serenitá. So che mira di astenersi quanto piú