Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/218

Da Wikisource.
212 mantova

ed il marchese Guerriero, contro il quale chiaro si conosce che conserva pessimo animo.

Il marchese Della Valle non entrò meco in negozio: s’estese nell’espressioni d’ossequio e riverenza verso la serenissima republica, disse qualche cosa de’ buoni sensi della signora prencipessa; ma non s’internò punto negli affari correnti.

Il marchese Guerriero nel discorso meschiò qualche racconto delle mortificazioni e disgusti che riceve la signora prencipessa da’ francesi. Disse esser rissoluta di dipendere dalla serenissima republica; che quelli della casa di Mantova avevan piú volte avuto l’onore di portar l’armi in servizio della Serenitá Vostra e si avevan fatto conoscere suoi buoni servitori; che comprendeva la medesima signora prencipessa evidentemente consistere nel patrocinio della serenissima republica la sua sicurezza; non esser però da credere che ella sia mai per far cosa che valer potesse a raffredare o scemar la protezione che gode, troppo rilevanti pregiudizi ed irreparabili conseguitandone necessariamente. Nel suo particolare mostrò di professare grandissima obligazione alla Serenitá Vostra; espresse di conservar viva la memoria, con grande sentimento di debito, della disposizione dimostrata di condurlo al servizio della serenissima republica, per la quale si sarebbe riputato a somma gloria di portar l’armi e spender la vita, e che li doleva che la necessitá d’adoperarsi in servizio del padrone non gli avesse lasciato campo di godere dell’onore e della buona fortuna di servire la serenissima republica. Disse poi che alla Maestá cristianissima egli aveva sempre contribuito ogni ossequio e riverenza maggiore; che tuttavia da’ suoi ministri poteva dire d’esser stato quasi d’ordinario perseguitato e che insino in tempo del fu duca Carlo, di gloriosa memoria, di mal occhio era da loro veduto; che egli, essaminata la sua coscienza, non sapeva d’aver dato alcuna giusta causa di questo; che tuttavia le cose erano ridotte a segno che gli avevano al presente fabricata una barca grande, volendo inferire il negozio del Montiglio e di Casale. Protestò d’esser pronto a giustificarsene col mondo tutto, ma che nelle mani de’ francesi non voleva