Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/220

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venir in chiaro se andava a partecipare subito all’ambasciatore di Spagna le risposte dell’eccellentissimo senato e consigliar seco, come era detto da alcuni che tenesse ordine di fare, avrá piú tosto questa diligenza servito per far conoscere l’insussistenza del concetto, poiché s’avrá veduto che l’essecuzione de’ suoi ordini ad altri non è stata conferita, né le commissioni della sua padrona con altri consigliate. Ripigliò poi da novo ad assicurarmi di sua vera divozione ed ossequio verso la serenissima republica.

Io, dicendo li ringraziamenti propri per la confidenza della signora prencipessa, confirmando il buon animo che egli dimostrava con adequate parole al caso e alla persona, aggionsi che l’eccellentissimo Consiglio di dieci è Consiglio di giustizia criminale, che non si meschia negli affari e deliberazioni di Stato: da che poteva ben conoscere falsa esser la relazione fattali che osservata fosse la sua persona, con la quale era intieramente corrisposta quella confidenza che veniva d’ordine della signora prencipessa ad usare con la serenissima republica. Né lasciai d’assicurarlo che gode l’affetto e la stima della Serenitá Vostra, come quella che.ha avuto occasione di vederlo piú volte mandato dalla signora prencipessa, onde ha potuto conoscere infatti la sua prudenza e virtú. Entrò poi egli a dire che la signora prencipessa riceveva grandissimo sollievo ne’ suoi travagli ed era sommamente consolata per l’onore fattole da Vostra Serenitá di questa ambasciaria, e che nelle presenti congionture in particolare gli era riuscita sopra modo cara per confidar tutto. Che tante sono le cose che ha da partecipare per effetto di quella intiera confidenza, che è rissoluta d’usare con la serenissima republica, che, se bene l’udienza privata è stata longhissima ed a me forse troppo noiosa e che molto in essa m’aveva detto, non aveva tuttavia potuto conferir ogni cosa. Che caro gli sarebbe che io prendessi l’incommodo d’andare ad un’altra privata udienza secretamente, ma che non ardiva darmi questo fastidio e che dubitava che, non potendosi farlo in modo che non si sappia e senza osservazione, averebbe dato argomento a discorsi: tanto piú che erano principiati a segno, che era detto aver la signora prencipessa trattato