Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/221

Da Wikisource.

relazione di alvise molin 215

cose meco lontanissime dal vero e dalla sua intenzione. Che però, se mi paresse a proposito, potrei mandare il secretano, per li corridori secreti, dalla signora prencipessa, in ora che nessuno sia in corte, che li dirá quanto occorre. Io, mostrandomi pronto all’andare o al mandar il secretano, secondo il gusto di Sua Altezza, m’espressi non dover aver alcun riguardo né provar mai alcun incommodo nel servirla: esser da Vostra Serenitá mandato a quest’oggetto e, mentre mi riesca di farlo con sua sodisfazione, non aver che desiderare d’avantaggio. Egli replicò che vedeva affatto impossibile che senza grande osservazione io potessi capitare dalla signora prencipessa, e che però sarebbe forse meglio che mandassi il secretano, essendo ella da tutte le parti circondata e guardata in modo da’ francesi, che di continuo la fanno osservare, che si può dire non sia padrona mai di se medesima.

Molti altri cavalieri e signori m’hanno visitato nel tempo di mia dimora in Mantova, fra i quali il prencipe di Coreggio; ma, per non aver loro parte ne’ maneggi e per non m’aver detto cosa alcuna di consequenza, mi dispensarò dal rifferire semplici complimenti a Vostra Serenitá.

Non devo tuttavia tacere un’osservazione fatta da me. Ed è che non solo il signor Della Tur non è venuto formalmente a visitarmi, poiché, accompagnando l’ambasciatore, entrò seco nella stanza, come ho detto, nulla sapendo io di sua venuta; ma nessuno delli dipendenti piú dichiariti di Francia è venuto a vedermi, e sono questi li marchesi Giulio e Francesco Gonzaga, questo generale della cavalleria dello Stato, il marchese di Poma, l’abbate di banta Barbara Bertazzolo, ed altri, bolo il marchese Cavriano, che fu aio del duca, venne, ma nel punto medesimo che uscivo dalla stanza per andar a ricevere il signor duca, che veniva a mia visitazione. Ebbi discorso sopra di ciò col signor conte Lunardo Martinengo, il quale formò concetto clic questo non potesse esser seguito senza precedente concerto fra di loro; e, speculandone le cause probabili, ci parve che dubitar potessero che da’ loro discorsi separati mi riuscisse di scoprire qualche cosa delle loro prattiche e fini.