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218 mantova


Ricevo, in questo punto ch’io parto, le lettere di Vostra Signoria illustrissima de’ 12 e 17 corrente, e mi valerò dell’aviso. I libri saranno incassati e inviati la prossima settimana: importano da 200 scudi intorno, come vedrá dalla lista, e potrá col mezo del Repolio farmeli rimborsare.

Il signor Mollo è gionto felicemente in Olanda, e mi raccomanda la qui inclusa.

Il signor conte Carlo è ora nel collegio di Navara, dove gli ho dato un servitore, non potendosi far di meno. Ma non mi par molto inclinato alli studi; onde penso che converrá metterlo presto nell’accademia per altri essercizi.

Il mio viaggio è rotto. Spagnoli hanno lasciato finalmente San Giovanni de Luz, Damniller è reso, Vitri priggione, svedesi fan bene, e non si dispera di pace.

Ho servito il signor conte ne’ particolari che ha desiderato. La supplico ad assicuramelo e scusarmi se per la fretta non scrivo ad altri, mentre per fine le faccio riverenza.

Di Parigi, ultimo ottobre 1637.
Di V. S. illustrissima

obligatissimo e perpetuo servitore
Priandi.



Volse con questa lettera far apparir non aver approbato francesi che andasse a Mantova; disse che Dio volesse che vi fosse, perché non potrebbe far il male che fa a Casale; e confidò come quella lettera gli era capitata in mano, che fu, per quello disse, nella seguente maniera. Un piego grosso arrivò di Francia a lei diretto. L’apri, con stupore d’aver tante lettere; ma poche ne trovò per lei: molte per il signor Della Tur in un pachetto. A lui lo rese di sua mano; ed egli, apertolo in presenza di Sua Altezza, ritrovò lettere per il Guiscardi, che ella si essibi con pronta occasione di recapitare. Monsignor Della Tur gli le diede, ed ella le apri, e sono, per quanto disse, quelle che al presente sono state lette, delle quali affermò aver giá qualche cosa partecipato al signor