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Sono quei popoli, com’anco la nobiltá in generale, ben affetti al loro principe, come quelli che non angariati da soverchi tributi, non consumati da esorbitanti imposizioni di dazi, esenti da pesi e da contribuzioni estraordinarie, non mai provate da loro da che si trovano sotto il governo della casa Gonzaga, se non quanto comportò giá la fabrica della cittadella, vivono però assai contenti del loro stato e del piacevole e moderato governo del principe. Fra il numero della nobiltá nondimeno vi si trovano alcuni pochi, che, piú tosto per inquietudine de’ loro animi che per giusta cagione che ne abbino, preso sin da principio ardire dalla mutazione del principe e instigati da quella speranza di scelerato guadagno che suol apportar seco la guerra, si sono dechiariti inimici e ribelli al signor duca. Il principale di questi è il conte Guido San Giorgio, uomo di gran pretensione per la chiarezza del sangue, per l’ampiezza degli onori, a’ quali s’avanzarono giá i suoi antenati, per il concetto che tiene di se stesso nella perizia dell’arte militare, per le ricchezze, che possedeva di forse 6000 scudi d’entrata, con la giurisdizione feudale di sette castelli del Monferrato, per l’aderenze e parentelle che tiene in quel Stato, avendo anco incontrato nell’appoggio del signor duca di Savoia, principe assai accommodato ai suoi pensieri, che per ciò l’ha tenuto alcun tempo appresso di sé con diversi titoli e sotto vari pretesti per servirsene, come ha fatto, alle occasioni. Ha finalmente trovato modo di manifestar e publicar al mondo il veneno lungamente notrito nel suo petto e di sfogar la sua rabiosa ambizione, come ha anco vanamente procurato di sgravarsi e di liberarsi pur in qualche maniera dell’infamia, che senza dubio gli apporta un cosí gran mancamento di fellonia contra il suo proprio e natural principe. Il che ha creduto di ottenere col mezo di certa lettera publicata da lui, forse con consiglio non dissimile a quello con che s’è governato nell’altre sue azioni. Perché, dopo un lungo rivolgimento d’avvilupate, oscure ed ambigue parole, che implicano sensi riposti ed incerti, con concetti intricati in maniera che non si può ben capire ciò che si voglia significare, finalmente par che non sappia sbrigarsi né che trovi modo d’affrontarsi con