Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/260

Da Wikisource.
254 monferrato

l’imagine di San Marco impressa nel zechino, giá poco conosciuto in quel paese, ma al presente portatovi dalla munificenza e dalla liberalitá dell’Eccellenze Vostre; pigliato da quei popoli, oltre il resto, anco per affezione, e però fra tutte l’altre monete da loro stimato e tenuto caro.

Ora, se Vostra Serenitá si è acquistata l’affezione de’ popoli del Monferrato, se si è guadagnata la volontá e l’obligo del signor duca di Mantova, s’accresciuta la sua riputazione appresso i principi italiani ed esteri, s’avanzata la sua gloria appresso tutt’il mondo, bisogn’anco dir quel ch’è vero: aversi Ella concitata contra la mala volontá del signor duca di Savoia. Danno e perdita però di non gran momento, se si ha riguardo all’acquisto ed all’utile. Io non entrarò nel laberinto delle negoziazioni passate sopra questo affare alle corti de’ principi a Milano od altrove, cosí perché, non avendo intiera notizia di tutti i particulari, non saprei compitamente sbrigarmene e facilmente potrei prendere qualche errore, com’anco perché, avendone, com’io presupongo, l’Eccellenze Vostre avuta di man in mano da’ signori suoi ambasciatori e residenti distinti e ben fondati avisi, sarebbe manifesta impertinenza la mia il voler ora con tedio replicar imperfettamente quello ch’ormai benissimo hanno inteso. Dirò questo solo: che il governator di Milano, uomo, come giá palesemente si sa, che si rallegra assai dei presenti e che senza rispetto, tenendo poco conto del dir delle genti, corre dietro al guadagno, preme efficacemente nella restituzione de’ beni de’ rebelli, perché il conte Guido San Giorgio in particolare gli ha promesso, riavendo col mezo della sua auttoritá i propri beni, con i frutti d’essi, che stanno in sequestro, di pagar a lui 40.000 ducatoni; di che ha anco avuto il governatore fideiussione nella stessa cittá di Milano. La brama di venir all’effettuazione di che, l’ha reso però talora sdegnato col signor duca di Mantova, parendo a lui ch’il non vedersi cosí facilmente ascoltato dall’Altezza Sua a questo punto, com’egli averebbe desiderato, l’offendesse grandemente; e questo stesso appassionato interesse lo fece poi anco precipitare a prometter la conclusione dell’intiero accommodamento, quando il signor duca di Mantova v’avesse